Politica

Riapre l’Agenzia del Terzo settore? Zamagni: «Segnali positivi da Renzi»

Secondo l'ex presidente, «l'Agenzia non dovrebbe solo essere ripristinata ma rafforzata e dotata di poteri reali di controllo e di sanzionamento di tipo amministrativo

di Redazione

Il nuovo governo Renzi potrebbe decidere di  ripristinare l'Agenzia del terzo settore, cancellata dal precedente esecutivo guidato da Enrico Letta. A sottolinearlo è Stefano Zamagni, ex presidente dell'Agenzia, che parla di «segnali positivi» in questa direzione sia «a giudicare dalle dichiarazioni di prinicipio del presidente Renzi che dal ruolo assunto come sottosegretario da Luigi Bobba, da sempre particolarmente sensibile a questo tema».

Per Zamagni, però,  l'Agenzia non dovrebbe solo essere ripristinata ma rafforzata e dotata di poteri reali di controllo e di sanzionamento di tipo amministrativo. Il ripristino potrebbe anche essere a costo zero per lo Stato: l'idea è infati quella di un finanziamento attraverso una quota dei fondi raccolti con il cinque per mille. Una soluzione pensata già qualche anno fa dall'attuale sottosegretario Bobba e che costituisce per Zamagni un buon segnale verso la ricostituzione di «un istituto fondamentale per il mondo del terzo settore".  "Una volta stabilizzato il cinque per mille una quota minima dei fondi servirà per finanziare l'Agenzia – spiega – una proposta fatta qualche anno fa dall'onorevole Bobba e che è particolarmente intelligente perché permette un risparmio per lo Stato e rimarca come questa agenzia operi a favore di tutto il terzo settore».

«La chiusura dell'agenzia è stato il più grande errore del governo Letta – aggiunge – un segnale negativo nei confronti del terzo settore, che ha rappesentato una sorta di campana a morto: è come se avessero detto che questo mondo conta così poco da non meritare neanche un'agenzia il cui costo era irrisorio, un milione di euro all'anno. Non solo, ma la chiusura è avvenuta senza aver consultato i soggetti di terzo settore, una mossa incivile».

Secondo Zamagni al di là del valore simbolico questo ha comportato una serie di problemi. In primo luogo manca una parte terza rispetto alla  Pubblica amministrazione e i soggetti del mondo for profit, ma non c'è più neanche un istituto che  risolva le microconflittualità all'interno del terzo settore, e che vanno dalla questione delle  raccolte fondi ai conflitti nel riparto della quota del cinque per mille. Il rischio è che si determini «una guerra tra poveri». A questo proposito Zamagni ha ricordato anche alcuni casi esemplari, come la multa di 800mila euro elevata nei confronti dell'associazione Auser di Bologna per un'interpretazione sbagliata della legge sul volontariato.

«Penso che la possibilità di un ripristino ci sia ma è necessario dare a questa istituzione  maggiori poteri di controllo e sanzionamento amministrativo – aggiunge- L'Agenzia deve cioè avere la  possibilità di chiedere ed esigere ispezioni nelle associazioni, guardare verbali, statuti, bilanci. Ma la mancanza di questo istituto ha portato in questi anni solo pasticci su pasticci, è stato un grave errore a cui va posto rimedio».

da Redattore Sociale


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