Welfare

Miraglia: chiudiamo i grandi centri e diamo l’accoglienza ai progetti Rar

Parla il responsabile immigrazione dell'Arci. «Non esiste alcun piano nazionale per l'accoglienza dei migranti. Siamo a 20mila arrivi dall'inizio dell'anno e ancora al Ministero degli Interni non si sono pensate soluzioni concrete»

di Lorenzo Alvaro

È tornata l'emergenza migranti. Nelle ultime ora infatti in poco più di 24 ore sono stati 1.219 gli immigrati tratti in salvo dal mare. Solo pochi giorni fa il sindaco di Pozzallo, una delle mete dei viaggi della speranza, spiegava «le strutture sono ormai al collasso. Il nostro centro può ospitare 180 immigrati e ne abbiamo “dentro” 284. Alle istituzioni chiediamo il massimo supporto per cercare di gestire al meglio una situazione che rischia di peggiorare e diventare insostenibile con l'arrivo dei mesi estivi». A quanto pare però le istituzioni non riescono a dare risposte durature e convincenti al fenomeno. Che cosa fare? Lo abbiamo chiesto a Filippo Miraglia responsabile immigrazione per l'Arci.  

È ricominciato il triste tsunami dell'immigrazione. Si parla di 200 persone sbarcate in 24 ore…
Si il che significa aver superato i 20mila arrivi nei primi quattro mesi dell'anno

Gli arrivi sono concentrati nel ragusano, non più a Lampedusa. Sono cambiate le rotte?
No è la Marina Italiana, nel contesto dell'operazione Mare Nostrum, che stabilisce le destinazioni una volta che li hanno incrociati.    

Siamo in grado di accoglierli tutti gli arrivi?
Se la domanda è relative al sistema di assistenza italiano no. Semplicemente perché non c'è stata nessuna programmazione degna di questo nome. Il Ministero dell'Interno che è responsabile dell'accoglienza e che ha in mano la gestione di tute le strutture a vario titolo dedicate all'accoglienza non è stato in grado per l'ennesima volta e nonostante ce ne fosse le condizioni di predisporre un programma nazionale come Arci aveva già chiesto l'anno scorso. hanno aspettato che le persone arrivassero per porsi il problema di dove metterle. Abbiamo più volte suggerito che si faccia una media degli arrivi e delle domande di asilo degli ultimi anni in modo da poter approntare un sistema base capace di sostenere l'afflusso. Invece siamo sempre in emergenza.

A proposito dell'operazione Mare Nostrum, oggi in molti lo criticano ritenendolo inadeguato. Voi che ne pensate?
Si tratta un passo avanti rispetto al passato soprattutto nell'ottica dell'intervento per salvare vita e raccogliere i barconi che attraversano il Mediterraneo. Pensiamo che sia sbagliato affidare totalmente all'Esercito il monitoraggio della frontiera marittima e che ci sia anche la necessità di un monitoraggio indipendente. Perché si tratta anche di salvaguardare e verificare il rispetto dei diritti delle persone. La presenza di osservatori terzi è indispensabile. Detto questo, al contrario di quello che dicono i leghisti, pensiamo che le operazione di salvataggio vadano proseguite e rafforzate


Spesso a gestire i centri di raccolta e quelli di espulsione ci sono associazioni di volontariato o cooperative sociali. Secondo voi va bene così?
A nostro avviso i grandi centri, i campi per stranieri, vanno chiusi. Hanno costi enormi, impatto negativo sul territorio, investimenti di risorse per la sicurezza spropositati e risultati sugli ospiti deleteri. Per quello che invece riguarda i centri di espulsione inutile discutere. Sono un obbrobrio da abolire. Ma la responsabilità non è delle associazioni o delle cooperative.   

Quali possono essere le alternative?
Si può gestire l'accoglienza, anche la prima accoglienza, in piccoli centri. Come dimostra l'operazione che sta gestendo in questi giorni il Ministero dell'Interno con le prefetture. Se c'è una strumentazione per il trasporto adeguata, quando la gente sbarca può essere affidata ad una fascia di progetti Rar per rifugiati.


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