Non profit
Quelle slot machine sulla Rai: solo un’iperbole pubblicitaria?
La Rai sta mandando in onda uno spot sulle slot machine che desta più di una preoccupazione. Ma non era servizio pubblico?
di Marco Dotti
Domenica 6 aprile, nel primo pomeriggio di Rai 2, a molti di noi è capitato di incrociare casualmente uno spot. Non servono troppe parole e nemmeno un occhio particolarmente avvezzo alla decodifica dei segni. Basta uno sguardo attento per capire che qualcosa – anzi, più che qualcosa – in quello spot non va.
C'è un gusto per il macabro e per lo sfottò, in questo spot. Ma c'è anche chi non ci sta, come una nostra amica noslot che ha debitamente scritto all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria. La risposta? Eccola: «…facendo seguito alle precedenti comunicazioni, La informiamo che il Comitato di Controllo ha esaminato il telecomunicato in questione, ma non ha ravvisato profili tali da ritenerlo in contrasto con le norme del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. La narrazione costituisce infatti un’iperbole pubblicitaria, consentita dal Codice, rappresentando una situazione paradossale che come tale non è suscettibile di emulazione e non permette un’immediata decodifica in termini di comportamenti aggressivi o violenti. Il caso pertanto è stato chiuso».
Nel frattempo, la Rai continua imperterrita a trasmettere questo spot, offensivo per le famiglie di tante persone colpite dalla piaga dell'azzardo, ma anche per i ciclisti e tutti coloro che ritengono che con la vita degli altri non si possa né si debba scherzare. Nemmeno a colpi di iperbole.
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