Volontariato

Cardini:«Unirci ad Avis e a Fidas? Auspicabile, ma non adesso»

Il presidente di Fratres risponde alla provocazione di Alan Friedman, che al Festival del volontariato di Lucca, aveva invitato le tre associazioni a fondersi in un'unica realtà

di Carmen Morrone

«Frates, Avis e Fidas, perché non vi unite?», aveva chiesto il famoso giornalista, autore del best seller  “Ammazziamo il gattopardo” che ha moderato un incontro sulla donazione del sangue al Festival del volontariato di Lucca, lo scorso week end. «La donazione gratuita e l'autosufficienza del sistema del sangue sono motivi che ci fanno amare l'Italia», ha aggiunto. L'americano Friedman non si spiega perchè in Italia ci siano diverse associazioni – Avis, Fratres e Fidas sono quelle con più soci –  impegnate sullo stesso fronte. Per questo ha rivolto la domanda-provocazione ai diretti interessati. Luigi Cardini era presente all'incontro e a botta calda aveva risposto con cautela, a Vita conferma le sue perplessità. «Ripeto non è una cosa facile – dice-. Si devono mettere insieme realtà diverse, che hanno finalità differenti, che agiscono ciascuna sulla base della propria ispirazione».

Però i principi di azione sono gli stessi: la donazione non è remunerata, è volontaria, periodica, responsabile, anonima.
Certo. E'  l'organizzazione sul territorio a essere molto diversa. È questo l’ostacolo più grosso.

Dall’unione, cosa temete di perdere?
Sicuramente ora ciascuna associazione è riconoscibile per la sua identità. Noi di Fratres, ad esempio, siamo di ispirazione cristiana, come dice il nostro Statuto. Proveniamo dalle Misericordie, abbiamo una storia relativamente recente, siamo nati ufficialmente nel 1971.

Un’unica associazione farebbe aumentare o diminuire i donatori?
I donatori italiani hanno una profonda cultura del dono che affonda sì in approcci diversi, ma è molto salda. Per questo penso che l’eventuale cambiamento non abbia incidenza.
 
Quali sarebbero invece i vantaggi?
Ammesso di mettere insieme tutte le associazioni impegnate in questo settore, nascerebbe un interlocutore ancora più forte. Anche se una voce unica, già esiste…

Qual è?
Il Civis, che dal 1995 è un coordinamento che comprende oltre che Fratres, Avis e Fidas, anche Croce Rossa. Quando dobbiamo intervenire, ad esempio, relativamente al dibattito istituzionale su normative, partecipiamo come Civis. È vero che è un mero coordinamento…

Fare un'unica associazione, però, è un’altra cosa?
E’ auspicabile nel lungo periodo. Possiamo metterci attorno a un tavolo e cominciare a parlare. Friedman ha citato tre realtà, ma ci sono molte altre associazioni, più piccole. Quindi si potrebbe aprire il tavolo a tutti quelli che si occupano di donazioni del sangue.

Quella di Friedman è destinata a rimanere una battuta?
Per quanto riguarda Fratres, posso dire che la proposta non mi trova contrario. Ho pure abbozzato un nome: Donatori Sangue Italia. Ma non nascondo le difficoltà»

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