Non profit

Usa: l’economia riparte, il non profit no

Il sesto Rapporto sullo stato finanziario del terzo settore rivela la percentuale più alta di sempre di organizzazioni che non hanno realizzato in pieno la loro mission per mancanza di fondi. Solo il 9% ha riserve sufficienti, mentre il 55% non ha in cassa abbastanza soldi per mantenersi oltre i tre mesi. Ma l'80% giura: lavoriamo sempre di più

di Gabriella Meroni

Negli Stati Uniti i numeri dell'economia segnalano che è iniziata la ripresa, ma quelli del terzo settore rimangono invece negativi. E' quanto emerge dal rapporto economico Nonprofit Finance Fund’s 2014 State sullo stato finanziario del non profit realizzato da sei anni a questa parte dal Non Profit Finance Fund in collaborazione con Bank of America e Ford Foundation.
Secondo l'analisi, oltre la metà (il 56%) delle organizzazioni non profit americane nel 2013 non è stata in grado di rispondere alle richieste degli utenti per mancanza di fondi (la percentuale più alta da quando si svolge l'indagine), mentre solo l'11% stima che quest'anno sarà migliore dal punto di vista economico rispetto al precedente. Ben l'80% delle associazioni dichiara che i bisogni sono aumentati e i fondi sono diminuiti: in particolare, quasi la metà delle charities che ricevono contributi pubblici segnalano una contrazione delle risorse erogate dallo Stato. 
Quanto alla situazione patrimoniale, quasi un terzo delle associazioni (il 28%) ha chiuso il 2013 in deficit, mentre il 41% segnala come “priorità” nella gestione finanziaria l'accantonamento di fondi per far fronte alle emergenze. Il 55% non ha fondi in cassa per mantenersi oltre i 90 giorni, e solo il 9% dichiara di avere riserve sufficienti per affrontare senza problemi il futuro.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA