Famiglia

Certificato penale, la politica si muove

Dopo l'allarme lanciato da Vita.it, undici onorevoli hanno scritto a Matteo Renzi per chidere una proroga per la presentazione dei certificati penali dei volontari che lavorano con minori. Chiesta anche l'esenzione dal bollo. E l'on. Edoardo Patriarca deposita un'interrogazione al ministro competente

di Sara De Carli

Quattordici giorni. Tanto è il tempo che il legislatore ha concesso a qualunque organizzazione che lavori a contatto diretto con i minori per presentare il certificato penale di ciascun suo operatore e volontario, come previsto dal decreto legislativo 4 marzo 2014 n. 39, pubblicato in GU solo il 22 marzo scorso. Nulla da dire sulla ratio della norma, nata per prevenire abusi sessuali su minori, il loro sfruttamento sessuale e la pornografia minorile, ma di fatto decine di migliaia di associazioni non profit si sono ritrovate da un giorno all’altro con il rischio concreto di essere “fuori legge”, vista l’impossibilità materiale di poter presentare tutti i certificati penali (basti pensare alle associazioni sportive dilettantistiche, agli scout e agli oratori, per fare tre esempi eclatanti) entro domenica 6 aprile, e con la minaccia di una sanzione di 15mila euro sulla testa.

Vita.it ieri è stata la prima a sollevare il caso. Moltissime, immediatamente, sono state le richieste di delucidazioni arrivate in redazione e ai nostri esperti. A seguito di tutto ciò, anche la politica si è mossa. Undici onorevoli questa mattina hanno preso carta e penna per scrivere al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al sottosegretario Graziano Del Rio e al ministro della Giustizia Andrea Orlando per lanciare l’allarme e per chiedere almeno una proroga dei tempi previsti.

La prima firma in calce alla lettera è di Filippo Fossati, onorevole del Pd ed ex presidente dell’Uisp, che si fa portavoce delle richieste che arrivano dal mondo associativo e «in particolare dalle ASD». «Niente da dire sul merito del provvedimento», dice la missiva. «La situazione tuttavia è tale che decine di migliaia di piccole associazioni, che mobilitano centinaia di migliaia di operatori tecnici e volontari che lavorano nell'avviamento allo sport e nella specializzazione sportiva con minori, sarebbero impossibilitate materialmente ad ottemperare ad un obbligo di cui nessuno ha dato loro notizia, con l’effetto di inondare di richieste i casellari e rischiare di incorrere in pesanti sanzioni. Chiediamo al Governo quindi di accordare una proroga, anche breve, per il possesso del certificato penale e di valutare l’esenzione delle associazioni no profit dal pagamento di bolli e diritti su una certificazione semestrale che viene loro imposta dallo Stato».

Quello dei costi infatti è un secondo grosso problema. Ogni certificato ha una validità di sei mesi e costa – sito del ministero alla mano – circa 30 euro fra bolli e diritti. Una bella cifra da sborsare per le associazioni, che verrebbe sottratta alle attività con i ragazzi stessi. «Speriamo innanzitutto in un chiarimento interpretativo da parte del ministero della Giustizia, che pare essere in arrivo», spiega Fossati. «La "richiesta" dei certificati è sufficiente per essere in regola alla data del 6 aprile o serve avere i certificati in mano? Le richieste vanno presentate da ogni singolo individuo o l'associazione può fare una richiesta unica per tutti? Capisce che anche da un punto di vista economico, 60 euro all'anno sono un conto, 60 euro all'anno da moltiplicare per ogni singolo operatore e volontario sono un'altra cosa. Quando la norma parla di "attività volontarie organizzate" implica davvero che debbano presentare il certificato tutti i volontari o deve farlo solo il coordinatore dei volontari? Pare che ci si stia orientando sull'ipotesi di escludere i volontari dall'obbligo, ma anche questa per il momento è solo una voce di corridoio».

Sempre oggi, l'onorevole Edo Patriarca ha depositato un'interrogazione al ministro competente per chiedere se intende intervenire e con quali tempi mediante azioni ad hoc per far fronte a questa ennesima emergenza che si sta abbattendo sulle ONLUS e sul variegato mondo dell’associazionismo cattolico e laico ”. Già!
 


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