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#InMovimento, costruiamo insieme la piattaforma civica per cambiare l’Italia

«Il Terzo settore è nato con la voglia di cambiare il mondo non per difendere se stesso, ma per cambiare la realtà e le cose, le relazioni tra le persone», ha detto il presidente di Vita. L'orizzonte è la definizione di un documento comune entro il prossimo ottobre. Ecco come partecipare a questa grande mobilitazione

di Redazione

«Il manifesto (in allegato, ndr.) che dopo una condivisione con le organizzazioni del nostro Comitato editoriale presentiamo oggi pubblicamente si rivolge agli uomini e alle donne impegnate in azioni di responsabilità dentro le organizzazioni della società civile e dice sostanzialmente una cosa: non dimentichiamoci che  il nostro impegno personale e quello delle nostre organizzazioni, in questi anni, sono innanzitutto modi di esercitare la  cittadinanza,  sono una forma attiva di  partecipazione  alla   costruzione  del bene comune e dell’interesse generale». Con queste parole il presidente Riccardo Bonacina ha aperto i lavori della convocazione civica indetta dal Gruppo Vita presso il teatro Elfo Puccini di Milano intitolata #InMovimento (hashtag twitter) a cui partecipano i rappresentati di alcune delle più importanti organizzazioni italiane. 

La platea del teatro Elfo-Puccini per la presentazione del manifesto InMovimento

«Il Terzo settore è nato con la voglia di cambiare il mondo non per difendere se stesso, ma per cambiare la realtà e le cose, le relazioni tra le persone», ha continuato Bonacina, « Qui c’è di mezzo il nostro Paese, il popolo cui apparteniamo, il suo futuro. Qui non è più questione di Terzo settore, non è in questione la sopravvivenza delle organizzazioni e, magari, qualche residuo appalto, ma  siamo in questione noi , i nostri figli, la loro educazione, il senso del lavoro e il lavoro che non c’è, i beni pubblici che vorrebbero svendere, la miseria diffusa che continua a crescere, la concezione stessa dell’intraprendere e della  giustizia, in questione è la nostra concezione di accoglienza». Bonacina ha poi citato papa Francesco: «Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi. Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi». Ecco è tempo «che gli uomini e le donne del Terzo settore più che agli spazi di potere (da che si sono seduti ai tavoli un gran pezzo di anima e di energia è stato mangiato) mettano in atto processi di umanizzazione della società e dell’economia, processi di cambiamento. E c’è un solo modo per farlo, uscire dalle sedi delle organizzazioni (non tramite dialogatori, ma di persona), sporgersi sui bisogni, com-muoversi rispetto ai bisogni e proporre risposte» Un Terzo settore che propone e non che rivendica, è questo il senso del Manifesto di Vita articolato lungo sette verbi capitali:

EDUCARE, DONARE, PRODURRE, COOPERARE, LAVORARE, CURARE, RECUPERARE.

«Il verbo è quella parte del discorso che indica un’azione e presuppone l’esistenza di un soggetto, azione e soggetto sono gli unici elementi necessari ad innescare processi. Sono i verbi, a nostro parere, degli uomini e le donne del Terzo settore. Oggi proveremo a ridefinirli insieme e insieme proveremo a comporre una piattaforma di cambiamento che vorrei il più possibile condivisa da centinaia e centinaia di cittadini e di organizzazioni. Ci diamo tempo fino a ottobre», ha concluso Bonacina.

 

Per aderire: inmovimento@vita.it

Per partecipare al dibattito e alla composizione della piattaforma civica, anche tramite l’invio di materiali:  http://inmovimento.civi.ci/

Qui una sintesti di Giulio Sensi

 


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