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Dopo il referendum in Crimea

All’indomani del voto Ue e Usa impongono sanzioni alla Russia, in particolare ai vertici di Gazprom e Rosneft. Ma la scelta sembra quasi un suicidio per un Italia che, secondo i dati Istat, è il secondo partner commerciale di Putin in Europa

di Marco Dotti

«Se Putin decide per l'annessione, sarà necessario salire di scala con le sanzioni». Che cosa significhi, nel concreto, non è chiaro a nessuno. Forse nemmeno a chi ha pronunciato queste parole, il montiano (ex PDL, ex Radicale) Benedetto Della Vedova, attuale sottosegretario agli Esteri che, questa mattina, ai microfoni di Radio24 si è comunque detto certo che  «l'Europa è pronta a muoversi in modo risoluto sulla stessa via scelta dagli Stati Uniti».

Dopo il referendum in Crimea, ventotto ministri degli Esteri dell'Ue, si erano trovati d’accordo nell’ infliggere sanzioni a 21 personalità russe ed ucraine considerate a vario titolo coinvolte nell'intervento di Mosca in Crimea. Sembra il banco di prova per le annunciate sanzioni che gli Stati Uniti, per voce del sottosegretario Kerry, hanno da tempo ventilato.

Dopo tre ore di discussione, i ministri hanno deciso che le sanzioni non colpiranno comunque esponenti del governo russo, ma, con un provvedimento quanto meno barocco, i vertici della Gazprom e di Rosneft trattati come “individui” e non come rappresentanti di aziende di Stato. Il Ministro degli Esteri Federica Mogherini al termine della riunione a Bruxelles, ha dichiarato che ora la responsabilità è di Mosca e l'Occidente aspetta le dichiarazioni di Putin. Mogherini ha però insistito sulla necessità di mantenere «attivi i canali di dialogo con la Russia». E ne ha ben donde. Poi sono arrivate le dichiarazioni del sottosegretario Benedetto Dalla Vedova. Che, diversamente dal suo ministro, sembra non tenere in debito conto alcuni interessi non proprio “particolari”, ma di tenuta dell’economia italiana.

L'Italia è il secondo partner commerciale della Russia in Europa. Se guardiamo ai dati dell'Istat, nei primi sei mesi del 2013 l'interscambio tra Italia e Russia è cresciuto del 15,9%. La Russia rappresenta il principale mercato per il nostro export (nel 2012, 10 miliardi di euro, contro i circa 9 esportati in Cina). Se la tendenza continua così – fanno notare dall'ufficio commerciale dell'ambasciata a Mosca – l'interscambio  supererà presto il record di 28,3 miliardi di euro, registrati nel 2012.

In particolare, il volume delle esportazioni italiane supererà il livello del 2008, avvicinandosi agli 11 miliardi di euro. Solamente alcuni mesi fa, commentando i dati, l'ambasciatore presso la Federazione russa, Cesare Maria Ragaglini, osservava che la Russia è stata importante, se non fondamentale per molte aziende che “si sono salvate alla crisi per aver avuto l'intuito di sbarcare in questo mercato”.

Secondo i dati Istat, l'anno scorso la meccanica è stato il settore più esportato, con un totale di 3,3 miliardi di euro (+1% rispetto al 2011). Al secondo posto, il comparto della moda, con un'importazione dall'Italia per circa 2,1 miliardi di euro (+12,5%). Anche l'arredamento e l'edilizia crescono, segnando un +10,3% nel 2012 e un +11,2% nel 2013.
 

In allegato è consultabile il Rapporto ICE 2012-2013 “L’Italia nell’economia internazionale”


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