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Dopo tre anni di conflitto piccoli siriani sempre più a rischio

4,3 milioni i bambini sfollati all'interno del Paese. Nel terzo anniversario del conflitto Save the Children presenta un rapporto sul collasso del sistema sanitario. Mobilitazione venerdì 14 marzo a Roma e su twitter #savesyriaschildren

di Antonietta Nembri

Sono 5 milioni e mezzo i bambini colpiti dal conflitto in Siria. Questi tre anni di conflitto stanno pesando sempre di più sulla salute dei piccoli siriani sia che siano rifugiati nei paesi confinanti (secondo i dati di Unicef si tratta di 1,2 milioni) sia che siano invece rifugiati interni ovvero gli oltre 4,3 milioni sfollati e intrappolati nel conflitto.
Save the Children ha presentato un rapporto internazionale “Un prezzo inaccettabile: l’impatto di tre anni di guerra sulla salute dei bambini in Siria” (in allegato in lingua inglese) sul collasso del sistema sanitario.

Due ospedali su 3 sono distrutti o inservibili, come il 38% delle strutture mediche di base, e quasi tutte le ambulanze. La metà dei medici ha abbandonato il Paese, altri sono stati uccisi o imprigionati, e tra il personale sanitario rimasto, in media, solo 1 su 300 è un medico in grado di affrontare le emergenze. Ad Aleppo, una città che, secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe avere almeno 2.500 medici, ne sono rimasti solo 36, per assistere più di 2 milioni di persone

Nel suo rapporto “Sotto assedio – L’impatto devastante di tre anni di conflitto in Siria sui bambini” Unicef sottolinea una serie di dati che richiamano a una necessaria quanto immediata cessazione delle violenze che stanno provocando distruzione, morte e gravi conseguenze sui bambini.
Unicef Italia  in un comunicato ricorda che sono oltre 10.000 i bambini che hanno perso la vita nel conflitto, più di  8.000 quelli che hanno raggiunto i confini della Siria senza genitori. E ancora, circa 3 milioni non vanno a scuola (il 40% di tutti quelli in età scolare): sono 4.072 le scuole – il 18% delle scuole siriane –  che sono state distrutte o utilizzate come rifugi.
«Per i bambini della Siria gli ultimi 3 anni sono stati i più lunghi della loro vita. Per quanto tempo ancora dovranno sopportare questa sofferenza?”» ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef Anthony Lake.

Nel suo affondo sul sistema sanitario siriano, Save the Children sottolinea come tra i circa 575mila feriti nel conflitto sono tanti quelli condannati alla disabilità: molti dei feriti che arrivano quotidianamente negli ospedali sono bambini e quando mancano i mezzi o le medicine necessarie si è costretti a ricorrere all’amputazione di braccia o gambe, per evitare sanguinamenti letali e poterli così salvare. In uno degli ospedali dove opera Save the Children, si legge in un comunicato «il 24% dei pazienti ha meno di 14 anni. In tutto il paese, è più difficile o ormai impossibile fornire cure anche ai tanti bambini con malattie croniche, che sono parte dei 70mila malati di cancro o dei 5mila in dialisi, o di quelli affetti da leucemia».

Anche la copertura dei programmi di vaccinazione è crollata e la polio, che era stata debellata nel 1995, ha oggi contagiato 80.000 bambini e si sta propagando silenziosamente, mentre i casi di morbillo e meningite sono in crescita. Si registra anche un’impennata dei casi di Leishmaniosi – una malattia che colpisce gravemente gli organi interni, produce ulcere e può sfigurare per sempre – passata da 3.000 a 100.000 casi, e si segnala l’aumento delle infezioni gravi alle vie respiratorie, dei casi di dissenteria o di epatite.

Tra i più vulnerabili poi, ci sono i bambini non ancora o appena nati. Tre donne su 4 non hanno infatti più accesso all’assistenza per il parto, prima disponibile per chiunque (96%). Per il timore di un travaglio sotto le bombe, è più che raddoppiato il numero di parti cesarei (passati dal 19 al 45%), che avviene però spesso in condizioni mediche critiche. In una città sotto assedio, si è arrivati al 75% di parti cesarei. I neonati prematuri, o che necessitano comunque dell’incubatore, corrono rischi ancor più gravi, per i frequenti blackout dell’energia elettrica, che in un solo giorno hanno ucciso 5 bambini nell’area nord del Paese. La disabitudine all’allattamento al seno poi, praticato da meno della metà delle madri siriane prima del conflitto, provoca gravi conseguenze perché il latte artificiale non si trova più, e in alcune zone del sud si segnala l’utilizzo di acqua e zucchero per nutrire i neonati.

«Questa crisi umanitaria è diventata rapidamente anche una grave emergenza sanitaria», ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. «I bambini intrappolati nel conflitto stanno vivendo in condizioni barbariche. I trattamenti disperati a cui gli operatori medici sono costretti a ricorrere per salvarli sono sempre più strazianti».   
Solo l’accesso degli aiuti umanitari, compresi quelli sanitari, in tutte le aree del paese, può contribuire a salvare la vita di milioni di bambini. Per questo Save the Children chiede con forza che la recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’accesso umanitario in Siria sia implementata immediatamente, e che le famiglie e i bambini possano così ricevere vaccini, cibo, acqua, medicine, e possano essere assistiti con altri interventi salvavita, ovunque essi si trovino sul territorio interno al Paese.   

Alla vigilia del terzo anniversario dall’inizio del conflitto, Save the Children Italia, in collaborazione con il Comune di Roma, dà vita a una mobilitazione “Per i bambini siriani”. L’appuntamento è per il 14 marzo alle 19.30 in piazza del Campidoglio a Roma, dove avverrà  l’illuminazione straordinaria della facciata del Campidoglio e centinaia di candele accese comporranno la scritta “Siria” sul piazzale. Interverranno: Ignazio Marino Sindaco di Roma, Isabella Ferrari, Ambasciatrice della partnership Save the Children-Bulgari, che ha recentemente visitato il campo profughi di Za’atari in Giordania, e Giovanni Allevi Ambasciatore di Save the Children. Sono stati invitati: Federica Mogherini, Ministro degli Affari Esteri, Jolles Laurens Rappresentante regionale Unhcr Italia.

È prevista una diretta in rete con un twitt-up sul profilo Twitter di Save the Children (@SaveChildrenIT) a cui parteciperanno Michele Prosperi e Marco Guadagnino, dello staff di Save the Children Italia, rientrati di recente dal campo profughi di Za’atari in Giordania.
Per seguire la mobilitazione di Save the Children a favore dei bambini siriani su Twitter: #savesyriaschildren
 


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