Cultura

E tu ce l’hai X-Factor del sociale?

Cinque giudici (molto sociale e molto innovativi) e 50 domande per scoprire se avete il profilo giusto per lavorare nel sociale. La risposta in edicola da oggi su Vita mensile di marzo. Buon divertimento

di Redazione


Non è soltanto un gioco. È un modo diverso (divertente ha questa etimologia) di capire quella profonda trasformazione in atto, che coinvolge un vastissimo mondo, destinato domani ad essere ancora più vasto. Questo mondo è quello che con una categoria un po’ spiccia e anche un po’ consunta definiremmo il mondo del “sociale”.  La copertina di Vita magazine di marzo in edicola da oggi lancia l’“Xfactor” del sociale. Per capire meglio la transizione verfso al quale ci avviamo, abbiamo copiato il format che, non a caso, oggi sta avendo un successo di massa a livello televisivo.

È il format “X factor”, che prima ancora di mettere in gara le persone, le stimola ad affinare e mettere in gioco le proprie doti. O meglio, la propria dote.
Noi, ovviamente, abbiamo lasciato perdere la competizione. Ma questa fase preliminare ci è sembrata molto interessante come procedura. Sia per circoscrivere meglio l’X factor di un “sociale” che non è più il “sociale” che è stato sino ad ora. Per questo abbiamo scelto cinque personaggi che si sono già inoltrati su questa strada. Sono Elena Cranchi, Elena Zanella, Bertram Niessen, Alberto Fontana e Andrea Rapaccini (che ovviamente ringraziamo per essere stati … al gioco). E con loro abbiamo messo a fuoco, in forma di domande, 50 caratteristiche che definiscono il nuovo orizzonte. Sono domande sempre spiazzanti, acute, a volte anche provocatorie e divertenti. Domande che scavano e aiutano a capire e capirsi. Il gioco è solo un pretesto, per capire che i giochi (per tutti) sono più che mai aperti. Siamo tutti chiamati a metterci inMovimento.

Come funziona
I cinque giudici scelti da Vita hanno stilato dieci domande ciascuno che aiutano a tracciare il profilo, cioè a delineare l’”X Factor” del sociale. E ognuno ha indicato un libro che non può non essere letto.
Ad ogni domanda è associato un punteggio. Ogni giudice aveva a disposizione 40 “X”.  In tutto sono 200 “X”. Ovviamente i profili non sono tutti perfettamente omogenei, quindi è impossibile aver tutte le “X”.

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