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Niente Tasi per le non profit

Il testo del nuovo Decreto Legge "Salva Roma" conferma le regole della vecchia Imu: gli immobili destinati esclusivamente ad attività non commerciali sono esenti. Barbieri (Forum Terzo Settore): «Bene, ma ci sono ancora troppe ambiguità nell’interpretazione della norma»

di Redazione

Confermate le anticipazioni che Vita.it aveva pubblicato ieri: per la Tasi varranno le esenzioni già in vigore per l'Imu.

Il testo del nuovo Decreto Legge "Salva Roma" (DL16/2014), all'articolo 1, comma 3, ha infatti introdotto tra le esenzioni per la Tasi, la nuova tassa unica comunale, gli immobili destinati esclusivamente allo svolgimento, con modalità non commerciali, di attività previdenziali, assistenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Le esenzioni alla TASI vengono così uniformate a quelle per l'IMU, segnando comunque una inversione di rotta rispetto alla Legge di Stabilità 2014, che non aveva previsto alcuna esenzione per il Terzo Settore.

«È un importante segnale di discontinuità rispetto alla Legge di Stabilità, nella quale, pur essendo presente una più che apprezzabile attenzione per le fasce deboli, il Terzo Settore era stato escluso tra le cause di esenzione – dichiara Pietro Barbieri, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore – Vediamo in questo provvedimento un riconoscimento del lavoro che abbiamo portato avanti in questi mesi, e un primo, per quanto parziale, accoglimento della nostra richiesta di una fiscalità più premiale per il non profit. La previsione di una esenzione dalla TASI rappresenta un respiro di sollievo per moltissime associazioni e organizzazioni di Terzo Settore che potranno proseguire nelle loro attività. Rimane comunque ferma la nostra istanza di una migliore configurazione della norma per le esenzioni di IMU e oggi anche della TASI, che si presta ancora a troppe penalizzanti ambiguità e interpretazioni. I numeri e i benefici che produce il Terzo Settore non possono essere penalizzati così fortemente e auspichiamo che il nuovo Governo voglia fare chiarezza e giustizia».

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