Welfare

Cnoas: «Quale ruolo per il servizio sociale nelle misure alternative?»

Il Decreto, approvato alla Camera e in arrivo ora al Senato, ha introdotto un emendamento che mette a capo degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna -dove viene realizzato il progetto di riabilitazione del condannato- i direttori degli Istituti penitenziari. Prima il compito era affidato alle professionalità del Servizio sociale.

di Redazione

Il Decreto, approvato alla Camera e in arrivo ora al Senato, ha introdotto un emendamento che consente agli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE), che sono i luoghi dove viene realizzato il progetto di riabilitazione del condannato, di essere diretti dai direttori degli Istituti penitenziari temporaneamente (3 anni) fino all’espletamento dei concorsi per dirigenti UEPE  e ne riduce l'organico.

In una nota il Cnoas– Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali scrive che questo ovviamente andrà a svilire la professionalità del Servizio Sociale che fin dalla riforma penitenziaria ha caratterizzato questi Uffici ed ha reso possibile, tra mille difficoltà, l'affermazione del sistema delle misure alternative.

Tra le altre misure del Decreto è prevista un’ulteriore riduzione degli organici degli assistenti sociali fino ad avere personale in esubero, anche se lo stesso decreto aumenta l’affidamento da 3 a 4 anni e sta per essere approvato il DL che istituisce “la messa alla prova” anche per gli adulti.

Questo aspetto desta non poca preoccupazione in quanto sembra non tenere  nella debita considerazione gli scenari futuri e fra tutti la necessità più volte ribadita di porre in essere reali cambiamenti normativi.

Più nello specifico, rispetto alla pianta organica del 2006, gli assistenti sociali vengono falcidiati più di tutte le altre qualifiche (meno 35% – 567 su 1621).
E tutto ciò mentre le misure alternative registrano un notevole aumento, e le possibilità di accesso potrebbero anche aumentare con adeguate risorse (umane e non).

Nella nota anche un'intervento di Silvana Mordeglia, Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine: «Con l’approvazione del DDL 1921 dovrebbe aumentare il ricorso alle misure alternative, e come Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione visto che tali misure rappresentano lo strumento di massima efficacia ai fini del reinserimento sociale dei soggetti carcerati. Ma come sarà possibile far fronte alle crescenti necessità degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE), se contemporaneamente il Decreto prevede ulteriori tagli di personale? E' evidente come la situazione che si sta delineando rischia di far saltare il sistema delle misure alternative che paradossalmente è quello che invece si vorrebbe e si deve potenziare».

«Come Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali – continua Mordeglia – abbiamo più volte sollecitato nelle sede istituzionali la necessità di colmare la costante carenza di organico di cui soffrono gli UEPE per rendere le condizioni organizzative più rispondenti alle necessità degli interventi. Esprimiamo quindi le nostre forti perplessità sul fatto che si considerino le attuali disponibilità di personale ed economiche sufficienti a garantire alle persone dimesse dall'istituzione carceraria un supporto adeguato»

Il Consiglio nazionale – conlude la nota- ricordando come le misure alternative contribuiscono concretamente alla costruzione di una società più sicura e come l’affidamento al servizio sociale ha, tra l’altro, un costo enormemente inferiore e neppure minimamente paragonabile a quello della detenzione, chiede al Governo e al Ministro della Giustizia in particolare, di mettere mano a questo provvedimento per dare strumenti, risorse e sostanza al settore dell’esecuzione penale esterna.


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