Cultura

Milano, la raccolta dell’umido piace e traina la differenziata

I milanesi promuovono la raccolta degli avanzi di cucina: i dati di un'indagine Ispo per l'associazione Economia e Sostenibilità. A Cascina Cuccagna bene il progetto "rifiuto a filiera corta". Novamont segnala però l'uso di sacchetti non compostabili

di Antonietta Nembri

Ha ormai raggiunto il 75% dei milanesi e piace. È la raccolta differenziata dei rifiuti umidi domestici. A sentenziarlo un’indagine Ispo Ricerche per conto dell’associazione “Economia e sostenibilità” e Cascina Cuccagna, nell'ambito del progetto Milano Sostenibile.
“Necessaria” e “doverosa” ma anche “imprescindibile” e “attesa da tempo” così la definiscono oltre il 60% dei cittadini milanesi, mentre la pratica della raccolta differenzia ha il consenso del 90% dei residenti nel capoluogo lombardo. Tra le risposte dell’indagine si può notare come per l’89% dei cittadini si tratti di “una questione da non cui non può prescindere una città che vuole dirsi evoluta al pari delle grandi città europee”, mentre un 77% sottolinea il fatto che Milano sarà sede dell’Expo 2015.

La raccolta degli scarti di cucina e le attività connesse non sono vissute come impegnative o fastidiose: avere in casa una pattumiera per l’umido, gettare i sacchetti in un bidone condominiale dedicato, ricordarsi di rifornirsi di sacchetti appositi a pagamento è stato definito accettabile da oltre il 90% dei milanesi. E si tratta di un consenso trasversale per sesso, età e titolo di studio e che anzi è più alto in chi è già impegnato nella raccolta della frazione organica da più tempo.
Nello specifico, 6 su 10 milanesi che hanno iniziato la raccolta dell’umido dal 2012 dichiarano di aver aumentato, grazie a ciò, la propria attenzione nei confronti di tutto il resto della raccolta differenziata.

«Tra gli abitanti delle metropoli italiane, i milanesi si confermano primatisti assoluti della raccolta differenziata. Dopo gli ottimi dati sulla qualità del rifiuto umido conferito, i risultati dell’indagine di Ispo ci raccontano infatti una cittadinanza sempre più attenta al tema dello smaltimento dei rifiuti e quindi alla virtuosità dei propri comportamenti, rivelando l’effetto traino che la  raccolta differenziata dell’umido può avere su quella di altri materiali», ha commentato Alessandro Ferlito, Responsabile Commerciale di Novamont.
Novamont – ricorda un comunicato – ha scelto di sostenere la scelta intrapresa dal Comune di Milano e da Amsa contribuendo, anche con il supporto di Virosac nella terza fase, con la donazione gratuita di oltre 700mila sacchettini in Mater-Bi®, la bioplastica biodegradabile e compostabile secondo lo standard internazionale EN 13432, che in abbinamento con la pattumiera aerata fornita da Amsa possono essere usati per la raccolta degli scarti di cucina e con essi inviati al compostaggio, perfetto esempio di un sistema virtuoso che impatta sull’intero ciclo produzione-consumo-smaltimento.

Alcuni segnali di difficoltà riguardano la comprensione della tipologia di rifiuti da gettare nel bidone dell’umido e il come reperire i sacchetti da utilizzare che circa un 40% degli interpellati ha giudicato complicato. In generale il servizio di ritiro è giudicato efficiente dal 79% dei milanesi, giudizio che sale all’88% tra chi effettua la raccolta differenziata dell’umido dal 2012.

Dall’indagine Ispo emerge anche che la predisposizione a separare i rifiuti è aumentata. Per il 60% dei cittadini che fanno la raccolta dell’umido è cresciuta anche l’attenzione a separare tutti gli altri materiali. «Cascina Cuccagna ha partecipato al progetto “rifiuto a filiera corta” con grande entusiasmo» afferma Rino Messina, vicepresidente di Cascina Cuccagna «Si è installata una compostiera con il proposito di trasformare in compost i rifiuti organici del ristorante in primis e, con un’azione di sensibilizzazione, anche quelli della popolazione residente in zona. Senza nascondere le problematiche insorte nell’evoluzione dell’esperimento – si pensi che la compostiera è ubicata a dieci metri dai tavoli esterni del barristorante – l’esperienza ad un anno dal suo inizio procede con soddisfazione e buoni riscontri dalla cittadinanza che in più di un’occasione, oltre che al conferimento, è stata chiamata al ritiro di sacchetti di compost generati dai rifiuti».

Bassa rileva Novamont la contaminazione media dell’umido raccolto a Milano che, dalle analisi merceologiche effettuate, è del 4,27%. Decisamente un buon risultato per una metropoli come Milano.
Osservando il trend di lungo termine, una criticità crescente risulta invece sul fronte dei sacchi utilizzati per la raccolta, sempre più spesso non compostabili: se nella fase di avvio su 100 sacchetti utilizzati solo 20 erano non compostabili oggi sono 40 su 100. Un dato che suscita un certo allarme e che giustifica iniziative volte a garantire un maggiore rispetto della normativa attualmente in vigore sia sui sacchi da utilizzare per raccolta dell’umido che su quelli da commercializzare per l’asporto di merci, considerato che 1 sacco compostabile su 2 di quelli attualmente utilizzati per raccogliere l’umido è uno shopper bio.


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