Salute

Sperimentazione animale, il CNB boccia la legge italiana

La senatrice Elena Cattaneo ha interpellato il Comitato di Bioetica sulla legge italiana che estende oltre i contenuti della Direttiva europea la protezione degli animali in laboratorio. «Non marginalizziamo la ricerca italiana», è la raccomandazione del CNB

di Sara De Carli

Campeggia sulla copertina di “D”, una scienziata invece di una modella. Da quelle pagine dice agli italiani “Fidatevi della scienza”. Elena Cattaneo, docente di applicazioni biotecnologiche in farmacia, una delle nostre massime esperte in cellule staminali, senatrice a vita nominata da Giorgio Napolitano, nelle ultime settimane ha messo la faccia in due battaglie scomode, scegliendo in entrambi i casi la parte mediaticamente più scomoda. Cattaneo è stata in prima linea nel criticare il metodo Stamina ed è in prima linea nella difesa della necessità della sperimentazione scientifica condotta sugli animali. Il 22 gennaio nelle vesti di senatrice ha inviato una lettera al presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, per chiedergli di esprimersi sul tema, «al centro di una accesa discussione pubblica» ma purtroppo con un dibattito che «non presenta un sufficiente livello di approfondimento teorico e rischia di creare un’immagine distorta dell’impresa scientifica presso l’opinione pubblica».

Tempo due giorni, il CNB le ha risposto. Se servisse un’altra prova della considerazione e dell’autorevolezza scientifica della Cattaneo. In data 24 gennaio il CNB ha approvato un documento in cui dichiara «bioeticamente discutibili» le disposizioni previste dalla Legge 6 agosto 2013, n. 96, la legge cioè che recepisce la direttiva europea 2010/63/EU introducendo restrizioni e vincoli aggiuntivi a quelli previsti dall’Europa. Tali disposizioni  – dice il testo del CNB – «intese ad assicurare una protezione più estesa degli animali rispetto alla Direttiva» sono da valutare criticamente perché «introducono ulteriori restrizioni che suscitano, peraltro, criticità riguardo alla corretta applicazione  giuridica della stessa Direttiva».

In particolare il CNB punta il dito contro
il divieto di xenotrapianti (ossia di trapianti di organi e tessuti in diverse specie), poiché il Comitato ritiene che sia una sperimentazione utile con riferimento al trapianto di organi e tessuti tra diverse specie animali (ad es. per lo studio dei farmaci antirigetto, dei tumori, ecc.);
il divieto di ricerche su sostanze d'abuso, poiché il Comitato ritiene  che tale sperimentazione sull’animale sia di considerevole rilevanza scientifica, in particolare oggi a fronte della diffusione di nuove droghe vendute anche su internet i cui effetti sull’uomo sono ancora sconosciuti;
il divieto di allevamento nel territorio nazionale di cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione, perché tale divieto ostacola la ricerca italiana e comporta inevitabilmente la importazione di animali, con inevitabili disagi per gli stessi animali oltre che costi aggiuntivi per la ricerca.

Posto che in tutta la prima parte del documento il CNB dichiara «inaccettabile» infliggere agli animali «sofferenze inutili e sproporzionate», ribadisce che il loro utilizzo deve essere «limitato ai settori che fanno realmente progredire la scienza e producono beni fondamentali quali la salute dell’uomo  e quella degli stessi animali» e si dichiara favorevole «alla limitazione dell’uso di animali nella sperimentazione (riduzione del numero) e all’uso della sperimentazione animale solo se giustificata e scientificamente rilevante», il CNB raccomanda di procedere rapidamente al recepimento della direttiva europea «senza creare le condizioni per una marginalizzazione del sistema di ricerca italiano, già fragile» e di consentire, d'altra parte,  «il concreto esercizio del diritto all’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale».
 


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