Politica

Fondi per la Sardegna: il Governo temporeggia

A un mese dal ciclone Cleopatra Antonio Satta, sindaco di un comune della provincia di Olbia, si fa portavoce della rabbia contro lo Stato e la Regione: “Meno male che almeno ci sono le Associazioni e i donatori privati”

di Redazione

L'alluvione ha colpito l’isola esattamente un mese fa, è tempo di fare un primo bilancio. Ciò che è emerso maggiormente è l’entusiasmo e l’impegno delle Associazioni e della gente comune, per riportare la situazione alla normalità: si è innescata una catena di solidarietà che ha coinvolto persone di ogni età e ogni fascia sociale. Lo sforzo dei singoli, affiancato alla generosità dei donatori privati, è ciò che ha fatto la reale differenza. Non si può dire altrettanto dello Stato e della Regione: annunci roboanti, promesse di grandi finanziamenti per centinaia di milioni di euro. Ma, almeno per il momento, nessuna risposta chiara riguardo alla tempistica nell’assegnazione delle risorse. Antonio Satta, sindaco di Padru, nella provincia di Olbia-Tempio, è un uomo che ha sempre preferito il parlar chiaro, senza cincischiare con la sloganistica. I ritardi della politica lo scandalizzano, ma non lo hanno colto di sorpresa: già nel 2009 il suo comune aveva subito un’alluvione, già allora gli impegni a parole non erano stati accompagnati dai fatti. Nell’intervista qui di seguito, Satta si fa portavoce di un sentimento molto forte nell’isola: la fierezza, il sano orgoglio di un popolo che non si arrende mai, e che non ama mostrare segni di debolezza all’esterno. 
 
DOMANDA. Un mese dopo, si può dire che i politici stiano mantenendo le promesse fatte al popolo sardo?
RISPOSTA. «Purtroppo sia lo Stato sia la Regione continuano ad essere assenti: un proliferare di annunci , ma se ne guardano bene dal mettere a disposizione le risorse che avevano promesso. Il 'refrain' è sempre lo stesso, per qualunque emergenza: dopo una grande disgrazia arriva l’annuncio di grandi finanziamenti. Dopo un po’, puntuale la doccia fredda: i fondi non sono ancora disponibili. I primi tempi, dopo il 18 novembre, ci sembrava di stare all’asta: il presidente del Consiglio che annuncia una cifra, due giorni dopo il ministero delle Infrastrutture aumenta la cifra, poi quello dell’Ambiente che per non sfigurare alza la posta. E si parlava di centinaia di milioni di euro, mica di bruscolini. Il comune di Padru, di cui sono sindaco, ha subito un’alluvione nel 2009 con un morto: lei li ha visti i finanziamenti? Solo promesse, niente di concreto.  C’è una bella differenza tra noi e gli Stati Uniti: quando ci fu l’uragano nel Wisconsin, il governatore disse: “Siamo ancora un Paese dove dobbiamo aspettare novanta giorni prima che parta la ricostruzione?”. Qua in Italia invece passano decenni, altro che novanta giorni. Meno male che ci sono le offerte, le donazioni dei privati, che ci danno un po’ di respiro»
 
D. A Padru la situazione in questo momento com’è?
R. «Non possiamo lamentarci, siamo tornati pressoché alla normalità, pur con tutti i danni che sono rimasti. Ad esempio il crollo del ponte sul rio Loddone, che univa Olbia a Padru. I problemi sulla viabilità provinciale per fortuna sono stati risolti, però c’è appunto questo isolamento rispetto alla strada principale, che collegava in un quarto d’ora Olbia con Padru e in dieci minuti Olbia con Loiri»
 
D. Per solidarietà, il suo Comune quest’anno non accende le luminarie a Natale. 
R. «Sì è un gesto simbolico, per rispetto nei confronti delle persone che hanno subito gravi danni. Per preservare comunque lo spirito natalizio, la Giunta ha deciso di mettere un albero in ciascuna piazza di Padru e delle Frazioni, senza illuminazioni ma con le decorazioni dei bambini delle scuole»
 
La polemica con Franco Gabrielli -che vi accusava di non aver dato ascolto all’allerta meteo della Protezione Civile- è rientrata?
«Ho avuto modo di rivedermi col capo della Protezione Civile (nella foto, col premier Letta): è stata una chiacchierata cordiale, non abbiamo accennato all’episodio. Continuiamo a credere che quella sua uscita fosse offensiva e fuori luogo, ma per noi è una storia chiusa»
 
D. Ad Olbia un centinaio di persone sono ancora sfollate, giusto?
R. «Sì. Io vivo ad Olbia, e sono uno dei tanti che ha scelto di trascorrere il Natale ospitando a pranzo alcune persone che hanno perduto la casa. Ma è un piccolo gesto intendiamoci, davvero niente di eroico»
 
D. C’è la paura tra i sardi che possa ripetersi il 18 novembre?
R. «C’è molta paura, soprattutto nei paesi più a rischio. Non appena arriva la pioggia la gente si dispera, si domanda giustamente cosa potrebbe succedere»
 
D. Insomma il governo dovrebbe darsi una mossa, senza temporeggiare…
R. «Il governo metta “li sordi”, “su dinai” come diciamo noi sardi.  Niente annunci, solo risorse da assegnare alle autorità competenti»
 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA