Volontariato

La crisi ha fatto bene al non profit

Una ricerca fa un bilancio degli anni peggiori della recessione dal punto di vista del terzo settore, scoprendo che mentre l'economia profit colava a picco quella sociale ha sperimentato una crescita record. Creando migliaia di posti di lavoro e donando miliardi di ore volontarie. Nonostante i tagli dei finanziamenti statali

di Gabriella Meroni

Negli Usa, beati loro, parlano già al passato quando si riferiscono alla crisi economica. E quindi sono cominciati i bilanci dei cinque anni di recessione (2007-2012), che hanno portato diversi settori dell'economia quasi al collasso (compreso il settore pubblico, basti pensare al recente shutdown) con un'unica, importante eccezione: il terzo settore. Si scopre infatti, grazie a una documentata ricerca (la Urban Institute’s Nonprofit-Government Contracts and Grants: Findings from the 2013), che proprio negli anni peggiori della crisi il non profit americano ha conosciuto una crescita senza precedenti.
Ecco le cifre. Il terzo settore negli USA è il terzo anche per forza lavoro, visto che occupa in media il 10% dei lavoratori (subito dietro al commercio e all'industria), con punte del 16% in alcuni Stati dell'Est, come il New England. Nel 2010, in piena recessione, le public charities (associazioni riconsciute) hanno contribuito all'economia americana con 800 miliardi di dollari, corrispondenti al 5% del Pil, e sborsando 320 miliardi in stipendi. Tradotto in percentuale sull'anno precedente, significa che nel 2010 il non profit ha fatto segnare un +4% di crescita economica (il settore profit nello stesso periodo ha fatto segnare -8,4%) e +6,5% in nuova occupazione (il profit -8%). Quanto al volontariato, nel 2011 è stato calcolato che oltre un americano su quattro (il 26,8%), pari a oltre 64 milioni di persone, hanno prestato lavoro volontario per un totale di quasi 8 miliardi di ore donate e un valore economico di 171 miliardi di dollari.
I settori del non profit in cui la crescita è stata maggiore sono la sanità e l'istruzione (per cui lavorano rispettivamente il 57 e il 15% dei lavoratori del terzo settore), la cui corsa non è stata rallentata neppure dalla crisi né dal taglio dei fondi pubblici: nonostante nel 2011 i finanziamenti statali o degli enti locali siano diminuiti per il 50% delle associazioni, solo il 14% di loro ha ridotto le attività a causa di questo problema. E se si vanno a vedere i numeri assoluti, ci si accorge che nel 2010 negli USA operavano 2,3 milioni di organizzazioni non profit, il 24% in più rispetto a dieci anni prima; in totale, le loro entrate dal 2000 al 2010 sono aumentate di ben il 41%, al netto del tasso di inflazione.
 


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