Cultura

“La grande bellezza” trionfa in Europa

L’ultimo lavoro di Paolo Sorrentino conquista i giurati del Vecchio Continente: miglior film, migliore regia e attore protagonista. Ora lo aspetta Hollywood

di Redazione

In attesa di conquistare Hollywood, La grande bellezza di Paolo Sorrentino fa un figurone in Europa. Venerdì scorso a Berlino la giuria degli EFA (European Film academy), presieduta da Wim Wenders, ha assegnato alla pellicola italiana i premi più importanti : miglior film, migliore regista e migliore attore protagonista. Un ottimo passaporto per l’America. Che da sempre è innamorata di Federico Fellini, del suo stile visionario. Indubbiamente siamo in presenza di un prodotto debitore del Maestro riminese, sia per quanto riguarda la comune sensibilità onirica e allucinata, sia per il tema trattato: la Roma decadente raccontata in un momento di passaggio epocale.  
 
Sorrentino, giustamente, si schermisce: da un lato perché il paragone con una tale sommità gli pare improponibile; dall’altro perché, effettivamente, stiamo parlando di epoche diverse. Vero è che la città da lui raccontata è indolente e spaesata come lo era  cinquant’anni fa; altrettanto veritiero che entrambi i film si distinguono per una critica molto lucida della mondanità pacchiana nei salotti. Detto ciò, si tratta di due capolavori distinti e differenti.  
 
È un film, quello del regista del Vomero, con cui avverti subito da spettatore un’affinità elettiva; ti accorgi che l’autore ha espresso col linguaggio delle immagini quel che tu avevi già maturato da tempo. Milioni di persone hanno imparato a conoscere, e ad affezionarsi, allo stile di questo talentuoso artigiano della macchina da presa: nelle due ore e passa de La grande bellezza c’è pane per i denti degli aficionados di Sorrentino. Il quale, non pago di regalare al pubblico un’esperienza visiva indimenticabile, potenzia il tutto con pillole di alta letteratura (non a caso, è pure un romanziere di successo) che non annoiano mai, anzi arricchiscono l’uditorio.
 
Poi la direzione magistrale degli attori: Toni Servillo è il miglior interprete italiano in circolazione (a questo punto possiamo dirlo, anche il migliore europeo) ma nelle mani del “suo” regista supera davvero se stesso.
Così bravo che mette in ombra tutto il resto del cast: Carlo Verdone è sempre Carlo Verdone, ma da protagonista delle storie dirette da sé medesimo è molto meglio; SabrinaFerilli è professionale come al solito, ma non era una presenza fondamentale in questo contesto. C’è però chi, come Roberto Herlitzka, non si lascia sorpassare nemmeno da Servillo: due vecchi leoni del teatro, sanno come tenere la scena senza fregarsi l’un l’altro.
 
La grande bellezza, una sinfonia senza steccature. Una lezione di regia -specie nel finale, con le inquadrature sulla Capitale che albeggia. Tanti giovani coltivano il sogno di diventare videomakers: certamente, guardare e riguardare con attenzione quei magistrali movimenti di macchina è già un buon punto di partenza. 
 

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