Famiglia

Treviso, nasce primo hospice

Enti locali, ministero Sanità e Asl finanziano il progetto di un'associazione di volontariato per curare i malati terminali di tumore

di Giampaolo Cerri

Una grande festa aperta a tutta la cittadinanza: sabato 27 ottobre la posa simbolica del ?primo mattone? per l?hospice, la casa di cura e di accoglienza per malati terminali di tumore voluta da Advar, struttura unica in questo settore nel Veneto, sarà la prima, importante tappa di un percorso iniziato dall?associazione due anni fa. Alla cerimonia, che avrà inizio alle ore 15 in via Fossaggera (località S. Bona), a Treviso, il luogo dove l?hospice sta prendendo forma, saranno presenti anche l?assessore regionale alla sanità, Fabio Gava, il vescovo di Treviso, mons. Paolo Magnani, il direttore generale dell?Usl 9, Domenico Stellini, il sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini. La giunta del Veneto, lo scorso anno, ha inserito questo progetto nella sua programmazione, e il ministero della Sanità, a marzo del 2001, ha disposto un finanziamento di 2 miliardi a favore dell?iniziativa trevigiana, una delle prime ad essere realizzate nella regione e in Italia. Il denaro erogato coprirà circa un terzo della spesa complessiva: altre offerte destinate al progetto sono state raccolte da Advar in questi ultimi due anni, grazie alla generosità dei trevigiani e all?iniziativa dei volontari, delle associazioni e dei comuni della provincia. La stessa Consulta provinciale per il volontariato ha chiesto alle altre organizzazioni di contribuire all?iniziativa di Advar, nell?Anno internazionale del volontariato che si sta celebrando in questo 2001. La struttura è arrivata al piano terra, ma resta ancora molta strada da percorrere prima di arrivare alla conclusione dei lavori e all?avvio dell?hospice, previsto per il 2003. Con questo appuntamento, Advar vuole rendere pubblico e partecipato questo cammino che porterà ad un servizio gratuito per tutta la comunità e soprattutto per i più deboli: l?hospice è infatti una struttura residenziale ma anche un luogo di cura che integra l?assistenza domiciliare, dove superare situazioni particolari di crisi e sollevare le famiglie dal carico assistenziale; è una casa per continuare a garantire qualità e la dignità alla vita, fino in fondo, che Advar, associazione che opera da 13 anni nell?assistenza volontaria ai malati terminali di tumore, offrirà in quelle particolari situazioni in cui non è possibile l?assistenza in casa o dove la famiglia non è più in grado di provvedere alle necessità del malato. Per questo la festa del 27 ottobre sarà aperta a tutti i cittadini: il ?primo mattone? sarà un segno concreto per continuare a costruire un sogno: quello di offrire un?altra possibilità di cura ?a misura d?uomo?, dove la sofferenza possa trovare dignità ed essere vissuta senza rinunciare agli affetti, agli interessi, all?amore per la vita. Advar (Assistenza domiciliare gratuita Alberto Rizzotti) nasce nel 1988 dall?esperienza di sofferenza e dolore ma anche di profondo impegno di Alberto Rizzotti, giovane medico colpito da tumore alla prostrata. Dalla malattia e dalla morte di Alberto che per primo sperimentò su di sé i limiti della medicina e le possibilità di vivere la fase terminale come opportunità di vita per sé e per gli altri, Advar trae ancora oggi le sue motivazioni: il suo cammino di ricerca si propone di dare conforto, assistenza, dignità alla vita del malato in fase terminale. Advar, con i suoi volontari (oltre 100), offre compagnia, ascolto e sostegno umano al malato e alla sua famiglia. I volontari, accuratamente selezionati e formati, usufruiscono di un supporto psicologico e operativo e lavorano in coordinamento con medici e infermieri. Advar, con il suo personale medico e infermieristico, volontario e non, garantisce una copertura sanitaria e assistenziale gratuita, 24 ore al giorno, sette giorni su sette. L?équipe psico socio sanitaria, composta da 18 persone, è guidata da un responsabile, medico oncologo, e lavora in coordinamento con i medici di base e con i servizi dell?Usl e del Comune. Il gruppo, che opera insieme ai volontari, è obbligato ad una formazione permanente e ad un approccio multidisciplinare all?assistenza, intesa nei suoi aspetti spirituali, sociali, psicologici ed emotivi, oltre che sanitari. Dalla sua nascita, Advar ha assistito oltre 1200 malati. Advar ha accompagnato da sempre questo percorso accanto alla sofferenza con una riflessione sul dolore e l?apporto delle arti e della scienza in una prospettiva di crescita e di sensibilizzazione dell?opinione pubblica. Gli Incontri culturali primaverili, che si svolgono dal 1990, su affettività, cura, dolore, diversità, vulnerabilità e sui grandi interrogativi che la morte porta con sé (eutanasia e fede), sono ormai un appuntamento fisso per la città di Treviso, come i seminari di formazione per gli operatori socio sanitari, gli incontri di poesia e i concerti. Dall?esperienza di Advar è nato un libro, ?Notti Azzurre?, edito da Marsilio nel 2000 e giunto alla prima ristampa, che ripercorre le storie di chi si è messo con discrezione accanto al malato, accompagnando la sua sofferenza con l?ascolto. Dal cammino di Advar è nato un sogno che ora sta diventando realtà: quello di dare un?altra casa al malato che non può più vivere nel proprio domicilio, senza che sia costretto a rinunciare ai suoi affetti, ai suoi cari, alla sua quotidianità. Questa realtà è il Progetto hospice, casa di accoglienza e di cura insieme, che offrirà, a partire dal 2003, un luogo dove poter continuare a vivere con dignità, a contatto con persone ed oggetti amati. Dal percorso di Advar è nato, nel 2000, il progetto ?Rimanere insieme?, rivolto a persone e famiglie che, dopo la perdita di una persona cara, incontrano difficoltà o disagio ad affrontare il lutto. ?Rimanere insieme? offre la possibilità di partecipare gratuitamente a colloqui e a gruppi di auto ? mutuo aiuto nei quali trovare ascolto, accoglienza e sostegno per imparare a gestire i momenti di maggiore sofferenza e cercare di trasformarli in disponibilità e servizio a favore degli altri.


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