Volontariato

Avo, 30mila volontari in corsia in tutt’Italia

L’Associazione volontari ospedalieri è una federazione di ben 240 assoziazioni. Il presidente Claudio Lodoli sarà tra i protagonisti degli Satti Generali all’Università Statel di Milano. «Lavoriamo per l’umanizzazione della sanità»

di Sara De Carli

Non potevano mancare nella giornata che vede protagonista il volontariato in sanità, domani 5 dicembre all’Aula Magna dell’Università Statale di Milano (a partire dalle 14,30; partecipazione libera). Sono i volontari dell’Avo, federazione di 240 associazioni conta da sola 30mila volontari, che in tutta Italia garantiscono ogni anno 3 milioni di ore all’interno di ospedali, servizi psichiatrici, RSA, case di riposo, unità Alzheimer. Solo a Milano sono presenti oltre mille volontari, in tutte le strutture ospedaliere. « Secondo la legge il compito principale del volontariato è realizzare “l’umanizzazione della sanità”. Contribuire a questo obiettivo è il cuore della missione dell’AVO», spiega Claudio Lodoli, presidente di Federavo. Questa federazione di 240 associazioni conta da sola 30mila volontari, che in tutta Italia garantiscono ogni anno 3 milioni di ore all’interno di ospedali, servizi psichiatrici, RSA, case di riposo, unità Alzheimer.

«La nostra presenza vuole far sentire il malato “soggetto”, in un rapporto di reciprocità che renda più accettabile la permanenza in un luogo di cura: la medicina infatti toglie il dolore ma non la sofferenza. Prima di tutto c’è l’ascolto, in alcuni casi il dialogo, sempre le relazioni dimostrano che la persona malata non coincide con la sua malattia», dice. Per Lodoli «l’umanizzazione della sanità è un traguardo mobile, seguiamo l’evoluzione della sanità come integratori di sistema. Gli scenari futuri sono il territorio, il domicilio, gli anziani, la presenza in luoghi alternativi agli ospedali; certo, oggi il volontariato sanitario vive anche un rischio di sostituzione, spesso il personale ci chiede di imboccare i pazienti, cambiare lenzuola, ma non è questo il nostro compito, sono cose che sembrano banali ma che non siamo preparati a fare: come si fa a dar da mangiare a una persona che deglutisce bene?».


La formazione per gli aspiranti volontari è uno dei punti qualificanti di AVO. Gli incontri, tenuti da volontari-formatori, da medici e psicologi, hanno per argomento in particolare la comunicazione con il malato, la relazione d'aiuto, le problematiche socio-assistenziali, l'organizzazione sanitaria e gli aspetti normativi del volontariato.

Il corso di formazione di base si completa con sei mesi di tirocinio in ospedale. Durante questo periodo il volontario, affiancato da volontari esperti, ha modo di verificare la tenuta delle propria motivazione e di affinare le modalità per una relazione proficua con il malato. La formazione dei volontari si arricchisce con la periodica partecipazione a corsi di aggiornamento e con le riunioni di reparto.

Info: relazionesalutare@vita.it
 


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