Cultura

Boldrini: «spero che Mission non sia un programma offensivo»

La presidente della Camera fu coinvolta da portavoce dell’Unhcr nella prima riunione in Rai sul programma. «Volevano coinvolgere i vip. Io dissi che non ero d'accordo»

di Redazione

«Mi auguro che sia un prodotto non offensivo e non ci sia spettacolarizzazione del dolore». Così la presidente della Camera Laura Boldrini commenta, durante il workshop di chiusura del seminario di Redattore sociale, il programma “Mission”, che andrà in onda su RaiUno dal 4 dicembre prossimo.

Boldrini ha ribadito che da portavoce dell’Unhcr fu coinvolta nella prima riunione in Rai sul programma. «Quello che avevo in mente è un format australiano, in cui persone di diverso orientamento politico vengono invitate a fare il percorso al contrario che compiono i migranti», ha spiegato la presidente della Camera. «Dopo il viaggio i protagonisti in studio avrebbero riflettuto sul fenomeno dell’immigrazione. Ma la Rai non era d’accordo, preferivano coinvolgere i vip, cosa che a me non convinceva».

«Poi ho lasciato l’Unhcr per il mio percorso politico. Ora aspettiamo di vedere la trasmissione, mi auguro che non sia un prodotto offensivo e soprattutto che non ci sia una spettacolarizzazione del dolore. Ma ho fiducia nei miei ex colleghi dell’Alto commissariato per i rifugiati».

Già ad agosto la presidente aveva preso le distanze dalla trasmissione in una lettera indirizzata al quotidiano La Repubblica, sottolineando che il format a cui pensava era “Go back where yuo came from”  (“Tornatene da dove sei venuto”) programma nato nel 2012 in Australia per far capire al grande pubblico cosa significa attraversare interi continenti, vivere in campi profughi e a volte in prigioni per arrivare dall’altra parte del mondo e sperare di avere una vita migliore.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.