Welfare

Povertà, il Governo vende fumo

La valutazione di Cristiano Gori, coordinatore tecnico dell'Alleanza contro le povertà: «Lo stanziamento di 40 milioni l'anno previsto dal maxi-emendamento servirà per allargare la platea delle nuova social card, non ad avviare la sperimentazione sul reddito di inserimento»

di Redazione

Altro che avvio della sperimentazione del Sia (Sostegno per l’inclusione attiva), altro che prima bozza di reddito minimo, i 120 milioni in tre anni, tradotto 40 milioni all’anno, «sono solo fumo». Il giudizio tranchant sulla misura introdotta dal maxi-emendamento alla legge di Stabilità arriva da Cristiano Gori docente di politica sociale all'Università Cattolica e consulente scientifico dell'Istituto per la Ricerca Sociale, ma soprattutto coordinatore dell’Alleanza contro le povertà in Italia, network di associazioni, sindacati e organizzazioni (fra cui Caritas e Acli in prima fila).

Gori, perché parla di «fumo»?
La mia è una valutazione tecnica, non politica. Questo stanziamento non servirà in alcun modo a testare il Sostegno per l’inclusione attiva, ma solamente ad estendere il meccanismo della nuova social card. Che, per carità, è senz’altro una misura utile. Ma chiamiamo le cose con il loro nome: qui non c'è l'ombra di un'intervento sistemico e programmatico. Di questo dobbiamo essere consapevoli.

L’allargamento quante persone potrebbe coinvolgere?
Un numero insignificante. Tenga conto che secondo le stime del Governo il Sia per partire avrebbe avuto bisogno di uno stanziamento di almeno 1,5 miliardi. Stima che noi dell’Alleanza contro le povertà valutiamo invece in 900 milioni. Il Governo mette sul tavolo 40 milioni. Lascio a lei e ai lettori ogni valutazione.

Almeno però è un inizio…
A mio parere invece è la fine, assai deludente, di un percorso.

In che senso?
Il 2013 è stato l’anno la politica dopo anni ha ripreso a parlare di povertà. Lo hanno fatto i 5 Stelle con la loro proposta di reddito di cittadinanza. Lo ha fatto il ministro del Welfare Enrico Giovannini istituendo il tavolo del Sia e rilasciando a più riprese interviste sul tema. Lo hanno fatto tutti i grandi organi di informazioni generalista anche sulla sporta dei dati dell’Istat che hanno certificato che il 4.8% della popolazione italiana vive in stato di povertà. Per inciso si tratta di 4,8 milioni di persone. Insomma c’erano tutte le condizioni per affrontare davvero l’emergenza. E invece tutta questa grancassa ha prodotto solo fumo. La delusione è grande.  
 

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