Welfare

Commissione diritti umani, ecco l’agenda.

«Carcere, rifugiati e pena di morte le nostre priorità» annuncia a Vita il presidente, senatore Enrico Pianetta.

di Cristina Corbetta

E’ nata in estate, due giorni prima che i palazzi della politica chiudessero i battenti, e nessuno ne ha dato notizia; eppure la Commissione del Senato sui diritti umani è, almeno nelle intenzioni, un organismo con grandi potenzialità propositive e di azione concreta. Composta da 25 senatori di tutte le forze politiche (tra i membri c?è anche Rita Levi Montalcini), la commissione ha eletto al suo interno, la settimana scorsa, il consiglio di presidenza, che vede presidente il senatore Enrico Pianetta di Forza Italia, già presidente della Commissione d?inchiesta sul sistema sanitario della XIII legislatura. Vita lo ha incontrato per chiedergli gli impegni e i temi nell?agenda della commissione. Vita: Senatore Pianetta, da dove nasce l?idea di una commissione sui diritti umani? Enrico Pianetta: Nasce sulla base di una mozione, approvata il 2 agosto scorso, che chiedeva l?istituzione di un organismo che promuovesse i diritti umani. Un precedente è il comitato che esisteva nella passata legislatura e che si occupava della pena di morte. Ma questa commissione è molto di più. Vita: In che senso? Pianetta: Un comitato è un organo limitato, di tre-quattro persone. Questa commissione ha 25 membri e un raggio d?azione molto ampio. Non dimentichiamo poi che abbiamo un Nobel con noi, la senatrice Rita Levi Montalcini, che ha dichiarato di volersi occupare in particolare dei diritti umani. Infine, gioca a nostro favore il tempo a disposizione: la commissione resterà in carica quattro anni, non è un periodo lunghissimo, ma è sufficiente per ottenere dei risultati. Vita: Il campo dei diritti umani è vastissimo: come evitare il rischio che la commissione diventi un organismo generico? Pianetta: È un rischio reale, ma lo eviteremo stabilendo delle priorità di intervento. Non è azzardato dire che è inutile declamare principi se poi non seguono azioni pratiche. Vita: In concreto, cosa significa? Pianetta: Che abbiamo in agenda una prima fase di indagine conoscitiva sui soggetti che ci possono ragguagliare in tempi brevi sulle tematiche dei diritti umani. Convocheremo soggetti governativi, istituzioni, ong. Stabiliremo incontri congiunti e in due tre mesi saremo in grado di avere davanti un panorama complessivo. A quel punto decideremo quali interventi avviare per primi. Vita: Le emergenze si conoscono già. Pianetta: È? vero, ma il coinvolgimento di enti e associazioni è indispensabile. Questa prima fase è dunque importante, anche se è evidente che per certi temi ?cogenti? potrà iniziare subito un?attività propositiva. Vita: Può indicarne alcuni? Pianetta: Non posso parlare a nome della commissione, perché il lavoro comune deve ancora iniziare. Penso comunque ai temi delle carceri, della pena di morte, dei rifugiati, della condizione femminile. Nulla esclude che su questi problemi si compia un lavoro di indagine, che comprenda sopralluoghi e audizioni, e un?attività immediata, legata all?emergenza sia a livello nazionale che internazionale. Vita: Quale ricaduta avrà in aula il lavoro della commissione? Pianetta: Ogni nostro lavoro sarà proposto in Senato; produrremo documenti e chiederemo di rilanciare iniziative. Vogliamo essere elemento di pressione a livello politico e di opinione pubblica, con un occhio di riguardo per le scuole dove nel campo dei diritti umani resta ancora molto da fare. Vita: Tra gli interlocutori della commissione ha citato le organizzazioni non governative. Pianetta: Ho grande rispetto e considerazione per il lavoro delle ong; e confermo che avranno un posto di rilievo nei nostri programmi. Abbiamo in mente di istituire anche una linea diretta per un dialogo costante. Per la verità, questa commissione, che ancora non ha iniziato a muovere i primi passi, ha già ricevuto lettere e sollecitazioni da parte di enti e associazioni. Questo dimostra che il dialogo è possibile e che i temi sono urgenti. Con questo organismo l?Italia si pone in una condizione di preminenza in Europa; non mi risulta infatti che altri Paesi abbiano una commissione da hoc. La sfida è quella di creare un organismo che lavori davvero in modo concreto e sono fermamente convinto che ci riusciremo. Info:pianetta_e@posta.senato.it


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