«Basta con le polemiche pretestuose, abbiamo diffuso l’allarme meteo dodici ore prima delle precipitazioni. Chiedete a Regioni e comuni cosa hanno fatto». Queste parole, pronunciate dal
capo della Protezione Civile Franco Gabrielli (nella foto), hanno scatenato un putiferio. Il consigliere regionale sardo
Paolo Maninchedda lo ha accusato di aver manomesso alcuni bollettini meteo emanati prima della tragedia. Questa la sua denuncia circostanziata: «
Fino a poco prima delle 16 di ieri dalla cartina delle previsioni del giorno 18 si evince chiaramente che
la Sardegna è colorata col blu del rischio elevato, non col viola del rischio molto elevato.
Pochi minuti dopo le 16.00 di oggi la cartina del 18 novembre cambia aspetto. Come vedete adesso abbiamo una cartina con un’area a rischio molto elevato. Giudicate voi». E prosegue: «Avevo ragione a sospettare che
dietro l’aggressività d Gabrielli ci fosse una lunghissima coda di paglia di uno Stato non solo assente ma anche imbroglione». Il prefetto non ci sta, e ha annunciato querela.
Abbiamo intervistato
Antonio Satta, sindaco di Padru –comune della Gallura gravemente colpito dall’alluvione. Rabbia e dolore: sono i sentimenti che il borgomastro –nonché
componente dell’Ufficio di Presidenza dell’Anci nazionale– sta provando in queste ore. Ma anche volontà di riscatto, desiderio di dimostrare con urgenza che il popolo sardo ha un carattere propositivo, e sa sempre riemergere dalle batoste.
Partiamo dalla polemica con Franco Gabrielli, il capo della Protezione Civile.
«Gabrielli si è scagliato contro i sindaci, che a suo avviso si lamentano impropriamente, dal momento che Protezione Civile sarebbe stata rapidissima nel dare l’allerta. Allora, sia ben chiaro: non accettiamo lezioni da Gabrielli come non le accettavamo da Bertolaso. La verità è che noi facciamo il nostro dovere notte e giorno, per dare attenzione al nostro territorio. Il dramma vero è questo: si stabilisce l’emissione di fondi ma poi non è chiaro quando arriveranno alle nostre casse. Le faccio due esempi: nel 2009, il comune di Padru– che è il più giovane della Sardegna, nato nel 1996- ha subito una grande alluvione con un morto: un giovane allevatore che per difendere gli animali si è fatto trascinare dal fiume in piena. Dopo questo episodio abbiamo ricevuto subito attestati di solidarietà, ma poi? Non abbiamo visto ancora un euro. Per la verità abbiamo avuto un 10% di uno stanziamento di 300.000 euro -cioè un’elemosina- per poter avviare qualche lavoretto, mentre i fondi dello Stato tuttora sono inutilizzabili. Che facciano piuttosto il loro dovere, ci stimolino, ci mettano nelle condizioni di lavorare, anziché dare lezioni a destra e a sinistra. Chi parla è stato assessore agli Enti locali, finanze e urbanistica; ho fatto una legge che dava i soldi ai Comuni anziché lasciarli fermi in Regione. I Comuni al momento –questa è la cosa fondamentale, che tutti devono sapere-non hanno le risorse per intervenire subito. L’atteggiamento di Gabrielli dunque è vergognoso, offensivo, umiliante: dovrebbe ringraziare i sindaci che, in frangenti drammatici come quelli che stiamo vivendo, diventano pure operai »
Oltre alla rabbia, provate anche una sensazione di impotenza dunque?
«Certo. Abbiamo un grande cantiere forestale,
l’Ente Foreste in cui lavorano circa settanta dipendenti.
Abbiamo chiesto di poter disporre di questi operai: per colpa di una burocrazia incredibile ancora oggi non riusciamo ad avere la loro disponibilità. Ma le pare possibile che anche di fronte a eventi drammatici la burocrazia debba tiranneggiare?»
Quali sono le Associazioni impegnate a Padru in queste ore?
«Le
Compagnie Barracellari sono molto attive, operano su tutto il territorio. Poi
Croce Rossa, i
volontari vicini all’Azione Cattolica. Stanno dando il massimo nell’assistenza alle famiglie, ai singoli che stanno avendo problemi. CRI ci viene incontro in ogni modo,
fondamentali per rimediare ai problemi di viabilità, alle difficoltà di spostamenti. Da domani anche la disponibilità della Forestale. Bisogna che tutti siano consapevoli della bellezza dei nostri territori, bisogna fare davvero tutto il possibile per preservarla . Non è un caso che ci abbiano definito il
“Cantone svizzero della valle del Lerno” (il Lerno è il fiume che attraversa il paese)
Sembra di capire che aspettate al varco il governo Letta, con le sue promesse.
«Sì però da questo punto di vista nutriamo speranza. Sulla persona Letta l’opinione è positiva. Oltretutto –sembra un elemento secondario, in realtà non lo è- ha una mamma sarda, quindi è molto legato a questa terra. Benissimo l’annuncio dei 20 milioni di euro, ma si tenga conto che purtroppo non è solo la Gallura ad aver subito il flagello. La solidarietà, per fortuna, è scattata in maniera forte. La tragedia è avvenuta e –lo ribadiamo ancora una volta- i sindaci dei piccoli comuni sicuramente non hanno responsabilità»
Le parole di monsignor Sanguineti, durante i funerali al Geovillage di Olbia, sono state chiarissime: “La mano dell’uomo non è estranea a questa catastrofe”
«Sono molto amico di monsignor Sanguineti, abbiamo una forte affinità di vedute. Trattandosi di una funzione sacra, è evidente che non poteva sbilanciarsi troppo nell’additare i colpevoli, però il suo richiamo è stato fermo, inequivocabile. Siamo tutti consapevoli che i grandi centri hanno delle responsabilità per quanto è accaduto, su questo non c’è alcun dubbio. Ad ogni modo, non ho il diritto di entrare nel merito di scelte territoriali che hanno fatto i colleghi di altri comuni».
Si intuisce da come parla un coinvolgimento profondo, al di là del suo ruolo di sindaco
«Sa io vengo da lontano. Da ragazzo ho fatto le primarie per scegliere i candidati al consiglio comunale, eravamo una frazione di Buddusò: il nostro successo alle primarie ci ha permesso di aprire un percorso quasi rivoluzionario, che poi dopo tanti anni ci ha portato a diventare comune autonomo. Inoltre sono presidente della comunità montana del Monte Acuto, che comprende sei comuni tra cui Padru: anche gli altri cinque hanno problemi grossi legati all’isolamento. E stiamo parlando di località illustri: Monti, la patria del Vermentino; Berchidda, che ha dato i natali a Paolo Fresu; Oschiri, la città delle panadas; Buddusò con le cave di granito, Alà dei Sardi, con importanti siti archeologici di età nuragica. Tutti questi centri di cui sono presidente vivono le stesse difficoltà: mancanza di risorse, di infrastrutture che funzionino. Insomma, quello che voglio dirle è che la mia è la storia di un uomo, di un politico che ha sempre voluto bene ai comuni. Vorrei che molti altri dimostrassero la stessa sensibilità».
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