Il copione è sempre lo stesso: il telegiornale trasmette le immagini di persone che vanno a fare la spesa, lavorano, passeggiano per strada attraversando al semaforo, le facce "pixelate" per renderle irriconoscibili e un titolo che li bolla subito come "falsi ciechi", quindi truffatori dello Stato e mangia-sussidi a tradimento.
Un'etichetta poi non facile da scollarsi di dosso, soprattutto – come è successo varie volte –
dopo essere stati messi pubblicamente alla berlina e denunciati, i "falsi ciechi" riescono a dimostrare che non ci vedono veramente. Impossibile? Tutt'altro. Ne è assolutamente convinta la
Fondazione Lucia Guderzo, nata proprio per favorire l'autonomia delle persone con disabilità, che ha realizzato alcuni video che mostrano persone cieche autonome, che si dedicano ad attività quotidiane "impensabili" per chi non ne conosce le risorse, come per esempio intagliare il legno, lavorare al computer, partecipare a una gara di corsa, prendere l'autobus, prendere un caffè al bar.
«Se non credete alle nostre parole – hanno scritto dalla Fondazione – credete alle immagini di questi video, che raccontano la quotidianità di chi non vede, conquistata sì attraverso la fatica che la minorazione visiva comporta, ma anche grazie alla perseveranza e alla volontà di raggiungere traguardi possibili». E quei video, voluti per informare al meglio l’opinione pubblica sulla vita dei veri ciechi, la Fondazione li ha inviati anche alla Guardia di Finanza, per rendere noto anche a chi effettua controlli anti-truffe che i "veri ciechi" possono tranquillamente svolgere attività che li farebbero passare per "falsi ciechi".
Come informa anche il sito
superando.it, l’iniziativa della Fondazione porterà alla fine a comporre
un grande documentario dedicato alla vita, ai pensieri e alle opere di tanti veri ciechi all’insegna del messaggio «Non siamo speciali, siamo normali», per far sì, come spiegano dalla Fondazione, «che un giorno porre correttamente la tazzina del caffè sul piattino non sia più considerato un gesto da falsi ciechi».
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