Sostenibilità

Ecozema: 100 anni di prodotti green

Armido Marana, Ad dell'azienda spiega: «il nostro è il settore che può portare l'Italia fuori dalla crisi. Insieme alla battaglia no slot»

di Lorenzo Alvaro

 

Ecozema, una delle tante realtà imprenditoriali green presenti alla Fiera Ecomondo, ha na storia lunga 100 anni. Sempre in prima fila nella sostenibilità. L'amministratore delegato Armido Marana però non è solo un dirigente della green economy. Ma anche un fervente no slot. Ecco quello che ha raccontato a Vita.it

La vostra è un'azienda che ha oltre un secolo di storia. Sin dalle origini siete sempre stati attenti all'ambiente, perché?
Ecozema nasce a Schio nei primi anni dell'800. Si tratta di un'area pedemontana ad industrializzazione scarsa. L'unione tra ambiente e persona era molto stretto. Questo rapporto di vicinanza è permeato nell'impresa e rimane tutt'oggi.

Come si passa dalla produzione delle pinze in legno per l’industria della concia alle posate compostabili? 
All'inizio l'industria della pelle era molto forte. Negli anni 50 invece, nel dopoguerra, iniziò a manifestarsi l'utilizzo delle mollette in legno per il bucato. Ecozema fu la prima impresa al mondo a produrle in  plastica. Poi c'è stata la crisi economica, iniziata nel 1999. Rischiavamo di rimanere stritolati dai colossi del mercato. Così ci siamo chiesti cosa volevamo fare da grandi e abbiamo individuato nella csr e nella green economy la nicchia giusta per ricominciare.  

Ad Ecomondo avete presentato l'ultima generazione di posate in MaterBi. Di cosa si tratta e quali le novità?
Parliamo di un MaterBi di nuova generazione. In particolare di quarta generazione. Le novità riguardano la rinnovabilità estremamente elevata delle materie prime utilizzate, la resistenza del materiale molto superiore a prima e il compostaggio che avviene in modo molto veloce, circa 60 giorni. Naturalmente abbiamo studiato anche un nuovo design, molto più ergonomico. 

La fiera dimostra la vitalità e importanza di questo settore industriale. Perché secondo lei non si investe a livello di sistema Paese, su questo mondo in modo convinto?
È una domanda cui rispondere è difficile e lungo. Ci sono diversi fattori. Il primo è che si tratta di un settore che ha bisogno, per funzionare, di un cambiamento culturale. Cosa che sta accadendo. Vent'anni fa non si pensava a certi temi. Perché non succede più velocemente? Perché ci sono sacche di resistenza fortissime. Non è un problema di lobby della plastica, non sto dicendo questo. È un processo culturale che può avvenire solo lentamente. Poi se pensiamo a come è gestito questo Paese non possiamo certo meravigliarci

Potrebbe essere una delle chiavi per uscire dalla crisi economica?
A mio modo di vedere si. E parlo da vice presidente di Assobioplastica. Tutte le aziende che fanno parte del settore stanno andando bene e assumono, creano lavoro e producono ricchezza. Si respira una grande aria di novità. Tanti paesi stanno investendo, da Taiwan all'Inghilterra passando per gli States, in California particolarmente. Ci sono movimenti importanti. Fa ben pensare. Speriamo di poter mantenere in Italia la leadership in questo settore.   

Una domanda che c'entra poco. Lei è anche noto per le sue prese di posizione contro le slot machines. Perchè?
Odio l'ipocrisia. Vivo in uno stato che alimenta l'azzardo per poi lamentarsene. Trovo la cosa ridicola e schizofrenica. Conosco tante persone che si sputtanano soldi e risorse così. Non mi piace. Sono terrorizzato che i miei figli possano cadere in questa rete. E poi mi da molto fastidio il modo in cui è nata in Italia, sottovoce, senza dire nulla, a tradimento. Oggi siamo tutti chiamati a rispondere e a pagare. 

Firmerebbe allora il manifesto NoSlot di Vita?
Certamente

Che ne dice di essere la prima azienda a partecipare alla neo nata Associazione Movimento NoSlot?
Volentieri. Mi faccia sapere tutto. Io ci sono.

 


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