Non profit
Fassina, la teoria (debole) e la pratica (disastrosa)
Il viceministro all'Economia, Stefano Fassina, difende la Legge di Stabilità, difendendo anche l'indifendibile, come il condono ai concessionari delle slot che poi non aderiscono. Pagheranno gli italiani. E per arroganza attacca Renzi che invece, sul tema, una proposta concretissima l'ha fatta
di Marco Dotti
"Questa è la prima manovra finanziaria anticiclica… le tasse, anche se di poco, l'anno prossimo caleranno… a pagare saranno soltanto le banche". Lo dichiarava solo domenica scorsa il viceministro dell'economia Stefano Fassina. Lo stesso Fassina che si era espresso in un articolo a sua firma sulle pagine dell'Huftington Post (qui), articolo molto duro rispetto ad alcune proposte di Matteo Renzi, a suo dire dalla "rilevanza finanziaria pari a zero". Peccato che, tra le proposte di Renzi, vi fosse anche un innalzamento del 75% dell'aliquota sui profitti delle slot machine, cosa che a Fassina non piaceva affatto, avendo a suo dire come conseguenza "una perdita di gettito che comunque ha un ordine di grandezza di 500 milioni all'anno, ossia 1/40-esimo dei 20 miliardi cercati". Proprio quei milioni che Fassina era certo, anzi più che certo di poter recuperare dall'adesione al concordato sulla maxipenale da parte dei concessionari di slot machine. Concessionari che, secondo quando stabito dalla Corte dei Conti, tra il 2004 e il 2007 avevano staccano le macchine dalla rete di controllo Sogei, rendendole in tal modo "invisibili" al fisco. Peccato che, di sconto in sconto, di quel concordato non sia rimasto in piedi nulla o quasi.
Il termine per l'adesione scadeva infatti lunedì 4 (ovvero il giorno dopo l'intervista trionfalistica del viceministro Fassina sul Messaggero), e vi hanno aderito solo sei soggetti su dieci, ma il numero inganna: sono i meno coinvolti nell’affaire, e i loro soldi non garantirebbero nemmeno la metà del denaro che il ministero dell'Economia stimava di raccogliere. Si era partiti da 98 miliardi (a tanto ammontava l'evasione stimata dal colonnello Umberto Rapetto), la Corte dei Conti, con sentenza di primo grado aveva stabilito una multa di 2,5 miliradi per arrivare alla cifra di mezzo miliardo calcolata dal ministero di cui Fassina è viceministro e dal governo di cui Fassina fa parte scontanto più dell’80% della cifra (sic!). Per una ricostruzione della vicenda leggi qui un post di Riccardo Bonacina. Ora casca l'asino (lo diciamo senza cattiveria), appunto, perché la sanatoria, che riteniamo scandalosa, fatta nell'ambito del decreto sull'Imu, non assicura la copertura richiesta. Alla sanatoria hanno aderito Cogetech/Lottomatica (51 milioni), Sisal (49 milioni), Gamenet (47 milioni), Snai (42 milioni), Cirsa (24 milioni) e Gtech (20 milioni): i soldi versati sono bloccati su un conto infruttifero del Ministero dell'Economia e delle Finanze in attesa che la Corte dei Conti prenda decisioni in merito, valutando se il maxisconto accordato dal Governo rispetti i criteri di congruità e di costituzionalità.
Come dire: oltre al danno, potrebbe aggiungersi la beffa. Anche senza beffa, però, la "manovra anticiclica" di cui parla il viceministro Fassina deve ora fare i conti con un mancato introito. Pesano infati – e pesano come macigni, non solo in termini monetari – le mancate adesioni di 4 società. Mancano all'appello infatti i 169 milioni dovuti dalla Bplus di Francesco Corallo, i 40 milioni di Hbg, i 30 di Gmatica e i 20 di Codere, società concessionarie di licenza pubblica che hanno deciso di non avvalersi dello "scivolo" governativo preferendo andare avanti nel contenzioso e attendendo una sentenza definitiva sul caso prevista per l'aprile prossimo.
Conviene rileggersi le dichiarazioni di un'altra intervista di Fassina, rilasciata stavolta a Repubblica il 3 settembre scorso (qui). Dichiarava Fassina: " C'è l'impegno del governo ad evitare che quel 25 per cento di popolazione che non versa l'Imu si trovi a dover pagare di più. Il decreto affronta la copertura per la prima rata e lo fa prevalentemente con interventi una tantum, come l'aumento del gettito Iva prodotto dal pagamento dei crediti alle imprese e la sanatoria sulle slot machine". Vabbé.
Nel frattempo, non solo la copertura per l'abrogazione della dell'Imu rischia seriamente di saltare,ma anche ogni credibilità dinanzi a cittadini che, sempre più numerosi, si chiedono per quale ragione loro debbano subire una tra le tassazioni più alte del pianeta e, al tempo stesso, vi siano tanti riguardi e tante tutele da parte del governo per un settore sottotassato come quello dell'azzardo. Se, secondo la formula di Fassina, le proposte di Renzi avevano "rilevanza finanziaria pari a zero", quelle del viceministro dell'economia rischiano di avere un impato addirittura con salto negativo sui conti di tutte le famiglie italiane. Se non ripartiamo dalla proposta – Renzi (tasse al 75% sui profitti da slot machine, poi discuteremo come e in che modo abolirle), da dove ripartiamo?
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