Cultura

Oratori salesiani a convegno

Aperto il Convegno nazionale degli Oratori salesiani, a Collevalenza, l'apertura a Garelli

di Redazione

Con la relazione introduttiva di Franco Garelli, Sociologo dell?Università di Torino, si è aperto il Convegno nazionale degli Oratori salesiani, a Collevalenza. Di fronte a una platea attenta e coinvolta, Garelli ha affermato che ?i giovani sono una risorsa. Vanno guardati con empatia nella loro condizione, anche se carica di ambivalenze. Per questo l?approccio educativo va condotto da parte degli educatori senza superficiali indulgenze, ma anche andando oltre i modi convenzionali di valutazione. No agli stereotipi ed etichette. No a quelle valutazioni, che talvolta hanno trovato facile accoglienza anche in ambito cattolico, e che hanno portato a leggere e interpretare la condizione giovanile prevalentemente con le categorie del disagio e della marginalità?. Certamente non si può dimenticare che emerge ?il bisogno di ricomposizione in un tempo di grande frammentarietà, di stemperamento delle subculture , di crisi dei riferimenti sociali; di qui la ricerca di ricomposizione della identità individuale, anche se questa passa anche attraverso la trasgressione e la ricerca di emozioni forti. C?è talvolta veramente da nella società pluralista?. Si presentano deboli anche i legami societari e sociali: ?si sta dentro la società, ma fondamentalmente estranei ad essa; si vive con la testa da un?altra parte, a mezzo servizio; fedeli, ma passivamente; contemporaneamente presenti ed assenti?. ?Si sta dentro le istituzioni, ma con un atteggiamento strumentale o di riserva, offrendo il meglio di sé negli spazi autonomi di realizzazione. In una generazione che non manca di riflessività, pesa però la debolezza del confronto, del dibattito, dell?interazione, della partecipazione. Ne scaturisce la non maturazione di una coscienza generazionale, per la non propensione a ripensare collettivamente le vicende (anche drammatiche) che caratterizzano l?epoca attuale. Di qui anche l?impoverimento della dialettica sociale e il venir meno dei luoghi di mediazione tra le istanze individuali e quelle collettive?. Fedele però alla visione ottimista della condizione giovanile, Garelli ribadisce che ?i giovani non sono senza valori e non sono eticamente neutri. Piuttosto c?è da dire che i giovani hanno un quadro valoriale interpretato dalla loro condizione, sui quali incide anche quello degli adulti, connotato dalla produzione autonoma dei codici etici, dal maggiore valore dato all?esperienza vissuta rispetto a un quadro ideale da raggiungere, dal venire meno dell?idea di perfezione, dall?attenuarsi della dialettica tra essere e dover essere. Per i giovani diventa più consono alla loro situazione evidenziare i valori in termine di metodo più che di contenuto: autenticità, trasparenza, significatività, affettività, piacere, sperimentazione?. Rispondendo a una precisa domanda in riferimento agli Oratori, ha rivendicato per questi ambienti educativi la ?capacità di essere quei grandi contenitori come nel passato e che ne hanno costituito una delle chiavi del successo. Un Oratorio deve essere popolare e accogliente, evitando possibili e rischiose derive elitarie. Così l?Oratorio può essere ancora luogo di mediazione e dunque anche di ponte?.


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