Non profit
I signori delle slot preparano la controffensiva
Assointrattenimento annuncia che presentarà un esposto al governo affinché si rivolga alla Corte Costituzionale contro le leggi di Toscana e Lombardia volute da Maroni e Rossi. Intanto anche l'Abruzzo si prepara a una legge.
di Marco Dotti
Che cos'è un gruppo di pressione? Sicuramente qualcosa che attiene a un'altra distribuzione del rapporto tra potere e interessi in un contesto ancora formalmente democratico, ma già, di fatto, rivolto altrove. Così devono intendere la questione ad Assointrattenimento(As.Tro); l'associazione di categoria aderente a Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, che dal 2007 raggruppa gli imprenditori di quello che, da martedì 15 ottobre, grazie alla Legge “No Slot” della Lombardia possiamo chiamare “azzardo legale”. La nozione preferita da As.Tro è ovviamente quella accreditata fin qui: “gioco lecito”.
Proprio contro la legge votata all'unanimità da tutti i consiglieri regionali lombardi As.Tro ha annunciato con un comunicato di voler presentare un esposto, l'ennesimo al governo, affinché si rivolga alla Corte Costituzionale contro la legge voluta da Roberto Maroni e da tutte, ma proprio tutte le forze rappresentate in Regione Lombardia. Pronta anche l'azione legale contro la legge varata in Toscana dalla giunta presieduta da Enrico Rossi.
Cittadini e associazioni di categoria non hanno un potere autonomo in tal senso e As.Tro ha pensato bene di esercitare la propria “pressione”, annunciando a chiare lettere il proprio intento di “premere” sul governo affinché adisca alla Corte Costituzionale. Parole molto simili, d'altronde, a quelle del sottosegretario all'Economia con delega ai giochi Alberto Giorgietti (qui per capire chi è), quel Giorgietti che non manca di criticare sopra le righe ogni provvedimento regionale in tema di azzardo. Così ha fatto anche nei giorni scorsi, prendendosela con Roberto Maroni. Una posizione che ha suscitato le ire di molti consiglieri regionali e persino di qualche deputato, ad esempio Massimo Corsaro che testualmente ha affermato: «'Siamo davvero alla massima rappresentazione della vergogna. Questo è un Paese che dopo aver punito i cittadini che cercano di liberarsi dal vizio del fumo, con la tassazione delle sigarette elettroniche, favorisce chi gestisce i giochi d'azzardo, nello stesso momento in cui si fa un gran parlare di lotta alla ludopatia». Chiedo – ha proseguito Corsaro – se qualcuno è «in grado di affermare in piena coscienza che nessuno del suo governo e della sua maggioranza sia stato avvicinato, non soltanto in forma dialettica, prima da parte delle multinazionali del tabacco e poi da parte delle lobby del gioco d'azzardo. Se sì, siamo in grado di saperne nome e cognome? E così, a scopo precauzionale, per metterci tutti il cuore in pace, si è in grado di compiere un'analisi della situazione patrimoniale di chi ha parlato per conto del governo e della maggioranza con i rappresentanti delle multinazionali del tabacco e i gestori dei giochi?».
Il nervosismo di Giorgietti e di Assointrattenimento è quindi più che comprensibile ed è ben sintetizzato dal titolo del loro (pardon, di As.Tro) comunicato: “Senza l'impugnazione delle leggi regionali il sistema non regge”. E infatti non deve reggere. Non deve reggere un sistema che produce disequilibri, miseria e infinite sofferenze.
Prendiamo l'Abruzzo, ad esempio. In Abruzzo è iniziato tutto, perché nel 2009, per far cassa e rispondere all'emergenza-terremoto il governo allora in carica pensò di introdurre un nuovo infernale apparecchio “da intrattenimento”, le Videolottery o Vlt, quelle che normalmente si vedono in una sala giochi. Ma l'Abruzzo, ci dicono i dati, è in termini assoluti la prima regione per spesa nel gioco d’azzardo, con 2010 euro procapie spesi in slot machine e, appunto, in quelle Videolottery che avrebbero dovuto contribuire a risollevare le sorti dell'Aquila.
Da ieri, però, dopo il parere favorevole della commissione tecnica, anche nella Regione Abruzzo è stato avviato l'iter per dotarsi di una legge regionale “No Slot”, in parte simile – anche se più blanda – a quelle già approvate in Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Lombardia, il che significa che per 25milioni di italiani e per migliaia di sindaci è possibile avviare regolamentazioni serie. Quello che spaventa di più Assointrattenimenti sembra infatti questo meccanismo di contagio positivo che sta inducendo le regioni a prendere, nei limiti loro consentiti, quei provvedimenti che il governo degli amici tecnici non vogliono prendere se non a parole. Da quando le più importati regioni d'Italia si stanno dotando di leggi contro l'azzardo legale, il silenzio del Governo e della Presidenza della Repubblica comincia a pesare quanto il chiasso dei gruppi di pressione che vorrebbero sostenerlo, ma lo condanneranno presto a una rovinosa caduta.
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