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John Onaiyekan presidente dei vescovi nigeriani: “Caro Bush…”

"Signor Bush, coi soldi dei missili, costruisca ospedali in Afghanistan e nel mondo povero!", è l'invito di S.E. Mons. John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (Nigeria)

di Redazione

Intervista a S.E. Mons. John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (Nigeria) Finché non si crea maggior giustizia e distribuzione delle ricchezze nel mondo, vi saranno sempre rabbia e terrorismo. Per sconfiggere Bin Laden, il presidente Bush dovrebbe abbandonare i bombardamenti e costruire ospedali per la popolazione afghana. Questo in sintesi l’appello di mons. John Onaiyekan, all’indomani degli scontri a Kano, in Nigeria, dove sono morte centinaia di persone. Il presidente della Conferenza episcopale nigeriana, a Roma per il Sinodo, ha precisato che gli scontri sono stati molto limitati e che in Nigeria non vi è una guerra religiosa. Ecco l’intervista da lui rilasciata a Fides. “Ho sentito quanto è avvenuto a Kano con molto dispiacere. Qui al Sinodo io ho parlato della Nigeria come un paese in cui normalmente cristiani e musulmani vivono insieme in pace. Ma una volta ogni tanto abbiamo questi scontri. Stamattina ho parlato al telefono con il vescovo di Kano e mi ha raccontato i fatti. Ci sono stati molti morti e molti danni. Le cause immediate sono queste: un gruppo di fanatici ed estremisti musulmani, si è radunato a Kano per dimostrare a favore di Bin Laden e contro l’attacco anglo-americano in Afghanistan. La ragioni che il mondo occidentale adduce all’attacco sembrano non convincere questa gente. Secondo gli estremisti, il terrorismo è solo una scusa per attaccare un paese islamico. Essi pensano che non era necessario giungere a tanto. Ma naturalmente gli eventi di settembre sono una cosa seria. Che cosa è successo a Kano? Il governo nigeriano, che ha la sua politica, non favorisce le manifestazioni di estremisti, soprattutto in questo clima internazionale. Così, mentre i fondamentalisti islamici manifestavano, portando foto di Bin Laden, la polizia ha caricato i manifestanti per disperderli. Sono cominciati scontri fra polizia e manifestanti e il gruppo ha cominciato ad attaccare bancarelle e negozi e si è creato un caos generale. Siccome per gli integralisti, i cristiani sono associati all’occidente e agli americani, hanno anche assaltato alcune chiese. Ma sono state attaccate anche alcune moschee. La situazione è sfuggita di mano e il governo ha dovuto mandare perfino l’esercito armato per sedare le violenze. I manifestanti non sono tipi che ci tengono alla loro vita e così un certo numero di loro sono stati uccisi. Ma da ieri a oggi, vi è calma, restaurata soprattutto per la presenza dei militari. Purtroppo, ogni volta che ci sono questi scontri, si creano ferite che producono rabbia e fastidio e a loro volta divengono motivi per futuri scontri. Fra i musulmani c’era molta insoddisfazione dopo gli scontri a Jos, alcune settimane fa. Molti di loro avevano trovato rifugio a Kano, città a larga maggioranza musulmana. E sono proprio loro ad aver acceso la miccia per questi scontri che, va detto, si sono limitati a Kano. Il vescovo mi ha confermato che non ci sono stati incidenti da altre parti e nei quartieri cristiani. Ad esempio, la cattedrale di Kano è intatta, sebbene sia un evidente simbolo cristiano. Ma cosa significa tutto ciò? Vi sono persone che sono fanatiche. E questo fanatismo è divenuto un network internazionale. I nostri gruppi in Nigeria sono in continuo contatto con questa rete: video e audio cassette che arrivano; programmi radio in arabo, ripetuti poi nella lingua locale; predicazioni in moschea tenute non dagli Imam locali, ma da mullah che hanno studiato in Egitto, Libia, Pakistan e magari in Afghanistan, in scuole dove si coltiva il fondamentalismo. Essi ritornano a casa con il cuore pieno di estremismo. D’altra parte, nell’islam non c’è modo di controllare la fede da parte di autorità e così nessuno riesce a ridurre la loro influenza. Ma questo network non rischia di creare uno scontro fra civiltà, fra cristianesimo e islam? Tutto dipende dalla risposta del cosiddetto occidente civilizzato che controlla il cosiddetto mondo globalizzato. Quando Bush parla del “mondo civilizzato” di chi parla? Parla di se stesso, del signor Blair e di qualche altro paese occidentale. Essi diffondono la mentalità che la guerra “è nostra”, cioè di tutti, ma in realtà è solo “loro”. Sembrano non capire che oltre a loro ci sono miliardi e miliardi di altri esseri umani, le cui priorità non sono la guerra. Finché l’occidente non riconoscerà questo, ci saranno continui scontri e attacchi terroristici. Perché ci sarà sempre fattori di rabbia, insoddisfazione, oppressione. Vi sarà sempre un kamikaze che dirà: “Non ho nulla da perdere!”. Non pensa che questa guerra incrementi lo scontro fra cristiani e musulmani nel mondo? Gli estremisti che parlano di “cristiani” e “musulmani”, non sanno di cosa parlano o usano di proposito la maschera religiosa per scuotere la situazione. Sappiamo molto bene che il ricco occidente non è condotto da spirito cristiano. Non è questione di cristianesimo ed islam. Anzi, se parliamo di cristianesimo, forse i cristiani dovrebbero lottare contro questo mondo occidentale, così ingiusto. Lo ha detto anche il Santo Padre: la divisione fra ricchi e poveri non è volontà di Dio! Facciamo un esempio: i missili bellici a destinazione codificata costano milioni di dollari e vengono scaraventati nel deserto. Uno di loro è sufficiente per costruirmi almeno 20 ospedali in Nigeria. Non è folle tutto ciò? Domandiamoci: che tipo di persone sono quelle che prendono queste decisioni? Non sarebbe più efficace braccare e prendere Bin Laden costruendo decine di ospedali in Afghanistan, piuttosto che scaricare centinaia di bombe nel deserto? Io domando veramente al signor Bush: risparmi una giornata di bombardamenti e venga a costruire tutti gli ospedali della Nigeria. Ma questo lo abbiamo domandato tante volte e non hanno mai risposto: il denaro che viene impiegato negli armamenti è uno spreco perché non ci serviranno. A paragone con i bisogni essenziali dell’umanità, è davvero una vergogna e una mancanza di senso. Speriamo che questo momento serva anche a una revisione delle coscienze e a una migliore ed equa distribuzione delle risorse nel mondo. Se continua lo squilibrio, non ci sarà pace. È questa situazione che rischia di giustificare il terrorismo e fa credere che i kamikaze siano degli eroi. Se non vogliamo fare niente per la giustizia nel mondo, non stupiamoci poi che i bambini portino in giro come trofei le foto di Bin Laden.


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