Formazione

Unicef, l’istruzione può trasformare la vita delle ragazze

Sono ancora 31 milioni le bambine che non frequentano la scuola primaria e 34 milioni le adolescenti che non accedono alla secondaria. L'Unicef punta all'innovazione anche tecnologica per poter raggiungere ogni ragazza

di Antonietta Nembri

Sono ancora troppe le bambine che non hanno accesso all’istruzione primaria. Ben 31 milioni di piccole non frequentano la scuola primaria e 34 milioni quelle che non accedono alla secondaria, ricorda Unicef, oggi, 11 ottobre, seconda Giornata internazionale delle Bambine. «L’istruzione può trasformare la vita delle ragazze e rafforzare le comunità in cui vivono», ha dichiarato Anthony Lake, Direttore generale dell’Unicef. «L’innovazione può aiutarci a raggiungere ogni ragazza trasformando l’istruzione».

È anche vero che è aumentato il numero delle bambine che oggi frequentano la scuola, ma nonostante questo sono ancora troppe le ragazze nel mondo a cui viene negata un’istruzione di qualità e la possibilità di sviluppare il proprio potenziale. E i numeri in questo caso permettono di fotografare la situazione.
Nel 2011 – illustra una nota dell’Unicef – le bambine rappresentano circa il 54% di tutti i bambini in età da scuola primaria che non frequentavano la scuola, rispetto al 58% del 2000. Su un totale di 57 milioni di bambini in età da scuola primaria che non frequentavano le scuole, 31 milioni erano bambine. Nello stesso anno erano 69 milioni gli adolescenti in età da scuola secondaria inferiore che non frequentavano la scuola, di cui 34 milioni ragazze

Da non sottovalutare che un anno di scuola primaria in più aumenterebbe la futura retribuzione di una ragazza dal 10 al 20%; un anno di scuola secondaria in più dal 15 al 25%. Ma non solo, l’aumento di un punto percentuale nell’istruzione femminile alza la media del livello del Pil di 0,3 punti percentuali e fa aumentare in media il tasso di crescita annuale del Pil dello 0,2%.
Le ragazze rappresentano il 55% dei 28,5 milioni di bambini in età da scuola primaria che non frequentano la scuola e che vivono in paesi colpiti da conflitti. Nel corso dei conflitti armati, oltretutto, le ragazze sono le vittime colpite più duramente: spesso subiscono stupri o altre violenze sessuali.
Nel 2010, solo il 59% delle ragazze provenienti da famiglie a basso reddito iscritte alla scuola primaria, hanno completato il ciclo di studi, rispetto alla media mondiale del 76%.

Ma ci sono anche altri dati che permettono di comprendere il valore dell’istruzione femminile in un quadro generale di sviluppo: un bambino nato da una madre che sa leggere ha il 50% di possibilità in più di sopravvivere dopo i 5 anni. Ogni anno in più di istruzione della madre – sottolinea l’Unicef – riduce le probabilità di mortalità infantile dal 5 al 10%.
Inoltre, l’istruzione delle bambine è una delle strategie più efficaci per combattere i matrimoni precoci, soprattutto se continua a studiare fino alla scuola secondaria. Quando una ragazza frequenta la scuola secondaria, infatti, ha sei probabilità in meno di sposarsi prematuramente.

L’Unicef per parte sua sta esplorando il modo in cui la tecnologia può migliorare l’accesso all’istruzione delle ragazze che non frequentano la scuola e migliorare la qualità dell’apprendimento di ogni bambino.
In Sudafrica, la partnership Techno Girl tra l’Unicef, i Governi, e oltre 100 aziende del settore privato sta mettendo in contatto 10mila ragazze con i tutor del mondo della tecnologia per supportare le loro competenze e la loro preparazione al lavoro.
L’innovazione sta inoltre sostenendo i governi e i loro partner a garantire anche il bambino più difficile da raggiungere, che corre il rischio maggiore di non frequentare la scuola. In Uganda, EduTrack sta utilizzando sms per collegare gli studenti e le scuole con l’Unicef, consentendo loro di esprimersi su istruzione, insegnanti di qualità ed episodi di violenza nelle scuole.
«L’innovazione ci sta dando nuovi e potenti strumenti per raggiungere e garantire un’istruzione a più bambine di quanto non si mai successo prima», ha continuato Lake. «Per aiutare più ragazze ad andare a scuola, a continuare a frequentare e a far completare il percorso di studi, noi stessi abbiamo bisogno di continuare ad imparare, usando questi nuovi strumenti, dando vita a nuove idee e sviluppando le innovazioni più promettenti».
Per la seconda Giornata Internazionale delle Bambine l’Unicef ha lanciato un video della cantante Katy Perry.


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