Non profit

Rocca: regole ferree sulle slot machines

Il presidente di Cri sul tema del gioco d'azzardo patologico: «siamo ancora in tempo per invertire la rotta, scongiurare la catastrofe e disciplinare il fenomeno»

di Lorenzo Alvaro

Ieri sera tra gli ospiti della puntata del programma di Giovanni Floris, Ballarò, c'era anche il presidente di Croce Rossa Italiana Francesco Rocca. Tra i tanti temi è anche intervenuto sulle slot machines e l'azzardo patologico.

Mentre si appresta ad essere varata la legge no slot di Regione Lombardia e in tutta italia vanno in scena manifestazioni e iniziative per mettere questo tema in cima all'agenda politica, chi con l'azzardo ci vive e ci mangia (leggasi Sistema Gioco Italia, alias Confindustria) dice a più riprese che il problema non c'è e che si tratta  per o più di allarmismo sociale.

Rocca ha le idee chiare, «sicuramente ancora non c'è una vera e propria emergenza. Ma ci sono tutti i segnali perchè lo diventi. Sarebbe stupido non coglierli. Questa invasione delle slot machines e dell'azzardo è sotto gli occhi di tutti. Siamo ancora in tempo per invertire la rotta, scongiurare la catastrofe e disciplinare, se possibile in maniera molto rigida, questo fenomeno che non so come definire ma di certo non chiamerei gioco».

Uno dei modi che il presidente identifica come più efficaci è il «finanziare e creare una rete di centri di ascolto. Non tanto o solo per chi ha dipendenza ma per i familiari del giocatore patologico. Di fatto, per altro, l'aumento che già c'è dei centri presso le strutture sanitarie dedicati al Gap, fa capire plasticamente come il fenomeno stia diventando un costo e abbia una ricaduta sociale immediata».

Ricaduta per altro che colpisce più che altro le fasce più deboli della società. «La dipendenza è presente, nella maggior parte dei casi, in famiglie di ceti medio bassi. Questo perchè dove c'è più povertà e disperazione nasce, anche per la mancanza di socialità vera, l'idea o il sogno del colpo di fortuna», sottolinea Rocca.

Che fare? Per Rocca una prima cosa è sostenere chi propone iniziative nella società, «ho partecipato volentieri al Movimento No Slot, perchè ho trovato molto inteligenti gli strumenti suggeriti dalla Casa del Giovane di Pavia e da Vita, come il premiare quei locali che non si avvalgono delle macchinette (Slot Mob ndr). Certamente poi è chiaro che serve un intervento legislativo».

A tal proposito è notizia di oggi che il Comune di Milano abbia lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare promosso da Lega Autonomia per la regolamentazione del gioco d'azzardo a tutela della salute degli individui. Una proposta che ha il sapore del marketing politico sopratutto se si tiene conto che in Parlamento giace dal 25 marzo scorso una proposta di legge, che vede come primo firmatario il deputato Lorenzo Basso del Pd, sostenuta dall'interguppo parlamentare per il gioco d'azzardo. Una legge, insomma, a portata di mano anche perchè a costo 0, e in questo periodo conta. Sarebbe il caso di sostenerla invece di proporre progetti velleitari e distorsivi, buoni magari per un riposizionamento politico, ma inutili da un punto di vista concreto.   

Anche Rocca sottolinea quanto sia fondamentale che esista una legge nazionale, «non si può lasciare questa indeterminatezza e un'attività come quella del'azzardo alla barbarie del mercato. Servono regole ferree».

Magari un buon punto di partenza potrebbe essere quello della tassazione, «trovo grottesco il paradosso per cui, in un momento di crisi e fatica come questo, attività come l'industria del "gioco” goda di fiscalità favorevoli e agevolazioni come il sostituto d'imposta. È un fatto culturalmente e eticamente inaccettabile», conclude il presidente.
 


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