Salute

Aids, il primato va a Brescia

Al 15/mo congresso nazionale Anlaids, cominciato ieri a Bari i dati aggiornati dell'Istituto Superiore di sanit

di Redazione

La provincia in testa con 9,4 casi ogni 100 mila abitanti. I malati però diminuiscono. Età a rischio tra i 25 e 39 anni Con 9,4 casi su 100 mila abitanti la provincia di Brescia continua a guidare, anche nell’ultimo anno, il non invidiabile primato del numero di persone residenti affette da Aids. Il dato si riferisce al periodo luglio 2000-giugno 2001 ed è l’ultimo aggiornato dal «Reparto Aids e mst» (Coa) dell’Istituto superiore di sanità in occasione del 15/mo congresso nazionale Anlaids, cominciato ieri a Bari. Brescia conferma la prima posizione (l’anno scorso guidava con il 9,5) seguita dalla provincia di Ravenna (9,1 rispetto ad 8) e Lecco (8,3 contro 4,3). Per quanto riguarda le grandi città, Roma (7,1) precede Milano (6), Bologna (5,1), Genova (4,6), Firenze (4,1), Torino (2,3), Napoli (2,1) e Bari (2). Agli ultimi posti, con percentuali sotto l’unità, ci sono Oristano, Matera, Isernia, Avellino, Trieste, La Spezia e Cosenza. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il tasso di incidenza è di gran lunga più alto nelle regioni del nord e del centro. Secondo gli operatori ciò è favorito anche dal fatto che molti malati di Aids del Mezzogiorno, una volta che è conclamata la malattia, si trasferiscono altrove per farsi curare, in particolare in città del settentrione. Tra le regioni, guida la Lombardia con 6 casi su 100 mila residenti (erano 7,3 l’ anno prima), seguita da Lazio con 5,7 (5), Emilia Romagna con 5,1 (4,5), Liguria con 3,7 (4,3), Toscana con 3,4 (3,8), Piemonte e Sardegna con 2,4 (rispettivamente 3,6 ed 1,8). Al sud è in testa la Puglia con 2,2 (1,9) seguita da Sicilia con 1,9 (1,3) e Campania con 1,6 (1,8). Nel medio-lungo periodo il numero di persone che in Italia si è ammalato di Aids continua a diminuire anche se nell’ultimo periodo si sta assistendo ad una certa stabilizzazione. Il Coa si dice preoccupato dalla crescita, «anche se lieve», dei sieropositivi che si stima siano nel nostro Paese circa 104 mila. Il 72,4% del totale dei casi di Aids in Italia si concentra nella fascia di età 25-39 anni. In particolare è aumentata la quota di casi nella fascia 35-39 anni (per i maschi dal 13,9% del ’90 al 30,9; per le donne dal 7,2% al 23,4). Nell’ultimo decennio la proporzione di pazienti di sesso femminile tra i casi adulti è andata salendo progressivamente ed è passata dal 16% dell’85 al 24,2% del 2000. Il 62,3% dei casi di Aids è attribuibile per il Coa a pratiche associate all’uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa (tossicodipendenti e tossicodipendenti/omosessuali).


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