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Assisi: conclusa la marcia della Pace

200mila i partecipanti, un programma stilato sulla base dei contenuti discussi in questi due giorni. Una manifestazione che ha cambiato il volto del pacifismo italiano?

di Riccardo Bagnato

ASSISI – Arrivano in questo momento gli ultimi. Ma la Rocca di Assisi ha vissuto nel pomeriggio un vero e proprio bagno di folla. Lungo il percorso della marcia sono rimbalzate le cifre sull’adesione, che però, non potevano mai esser precisate, essendo la testa del corteo anticipata da migliaia di partecipanti che hanno tentato così di evitare l’ingorgo a Perugia. Le agenzie diranno 150mila, mentre gli organizzatori parlano di 200mila. Musiche e colori, pensieri e speranze, che hanno camminato per 24 chilometri e che hanno testimoniato, ognuno diversamente, il loro no alla guerra e al terrorismo. Presenti i partiti, che lungo il corso della marcia non hanno evitato i fischi e le urla di chi non condivide la loro partecipazione alla marcia della Pace, dopo aver approvato in Parlamento l’appoggio dell’Italia all’attacco angloamericano. Mentre Padre Vincenzo Coli, custode del sacro convento di San Francesco ha affermato “Non sono contrario all’utilizzo della forza quando viene utilizzato per l’autodifesa e nella piena dignità dell’essere umano”. Proprio nella giornata in cui, la grande adesione ha ridotto le polemiche premanifestazione a un ricordo. Così “cibo, acqua e lavoro” non è stato solo lo slogan di un qualche esperto di marketing sociale, bensì un ideale tradotto oggi in un vero e proprio programma. Luca De Fraia, ad esempio, sottolinea come dovrebbe cambiare il Fondo Internazionale e la Banca mondiale. Ma non solo: introdurre la Tobin Tax e impegnare gli Stati Uniti a portare allo 0,7 per cento del PIL per i paesi poveri e rendere immediatamente operativa la corte internazionale. Per concludere con una definitiva democratizzazione dell’Onu abolendo il diritto di veto.


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