Volontariato

«Noi volontari non ci facciamo “gestire” dal pubblico»

Dopo le parole della vicesindaco di Firenze, Alberto Corsinovi (Misericordie Toscana) rivendica la dignità, la tradizione e la cultura del volontariato, parte integrante del sistema sanitario toscano

di Redazione

Non ci sta Alberto Corsinovi, responsabile delle Misericordie della Toscana. Per questo vuole chiarire subito il suo pensiero: «Il volontariato non è uno strumento del sistema pubblico, che lo “gestisce” a suo piacimento per offrire servizi risparmiando risorse».
Corsinovi che, come componente della Commisione tecnica sul 118, alla cui prima riunione ha partecipato questa mattina, sottolinea «da oggi non intendo più entrare nel merito del dibattito sul 118, né dei lavori della Commissione, ma credo – avverte – che occorra prima fare una precisazione per evitare che si affermi una concezione sbagliata del rapporto tra pubblico e volontariato».

La precisazione di Corsinovi nasce a causa delle parole del vicesindaco di Firenze Stefania Saccardi che, in un’intervista pubblicata ieri dalla cronaca fiorentina de La Repubblica, ha definito il 118 «un call center dove lavora gente preparata e capace di gestire le risorse del volontariato».

Dopo aver premesso di conoscere a apprezzare la vicesindaco Saccardi «da anni», Corsinovi sottolinea «per questo sono rimasto sorpreso dalle sue dichiarazioni. Alla luce della sua storia e dei rapporti fecondi che ha avuto finora con il volontariato credo che vadano considerate solo come uno “scivolone”, in considerazione del dibattito politico all’interno del Pd, nel quale non ho titolo né intenzione di entrare. Ritengo però indispensabile chiarire questo punto».

Ed eccolo il chiarimento di Corsinovi: «Il volontariato è parte integrante del sistema sanitario della Toscana, come riconosce la stessa legge regionale 70 del 2010, e non uno strumento che il pubblico utilizza per garantire servizi risparmiando. Solo in questo spirito è possibile continuare una collaborazione proficua che ha garantito ai toscani e ai fiorentini un’assistenza di primissimo livello». E conclude: «Le Misericordie operano a servizio di chi ha bisogno da prima che venisse costruito Palazzo Vecchio, non hanno bisogno, né sono disposte a farsi “gestire” dal pubblico. Sarebbe un tradimento per la nostra storia, i nostri valori e i nostri ideali».
 


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