Economia
Torino, quindici ragazzi che “si fanno in tre” per l’articolo 4
Dopo la fortunata esperienza come gestori dell’ Imbarchino sul Po, un gruppo di ragazzi si è reinventato con una Cooperativa Sociale. Obiettivo: finanziare nuovi luoghi di aggregazione con l’Azionariato Popolare.
di Redazione
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Un’idea così ben avviata stuzzica l’appetito di chi ha maggiori disponibilità economiche. «Però noi abbiamo fatto una scelta etica: non accettare i contributi sostanziosi dei privati. Ci hanno proposto addirittura 30.000 euro, e infatti ci siamo beccati le reprimende dei nostri cari per aver rifiutato l’offerta. Ma ricordate i CCCP, no? Come loro, siamo “fedeli alla linea”. Ecco, abbiamo scelto di essere fedeli alla forma dell’azionariato popolare. Una strategia che, alla lunga, è destinata ad essere vincente. E d’esempio per chi in futuro vorrà seguire le nostre orme». Ciò non toglie, comunque, che è intenzione della Cooperativa allargare il raggio degli azionisti: «La gente di San Salvario si è affezionata alla gelateria, la considerano ormai cosa loro. Però abbiamo scelto di accogliere offerte azionarie anche fuori dal quartiere».
Ma qual è il valore aggiunto di questa triplice esperienza che stanno portando avanti? «Sono luoghi di aggregazione creati dove uno meno se l’aspetta. La gelateria ad esempio è in una zona ancora non riqualificata, con molti immigrati; Panacea è nel fulcro di Barriera Milano, già di per sé quartiere ostico: dopo una certa ora c’è una sorta di coprifuoco –nel senso che la legge non lo impone, ma i residenti preferiscono starsene a casa per non avere grane».
Dunque le cose vanno per il meglio. Anche se un pezzo di cuore, questi ragazzi, lo hanno lasciato all’Imbarchino, esperienza esaltante per molti versi: «Abbiamo fatto grandi cose, sono stati cinque anni stupendi. L’Imbarchino, non dimentichiamolo, prima del nostro arrivo era un luogo di spaccio, veniva trascurato questo aspetto dalle precedenti gestioni. Grazie al nostro lavoro lo abbiamo “ristrutturato”, rendendolo unluogo vivibile anche per la mamma che fa una passeggiata col bambino. Non c’era più bisogno di addetti alla sicurezza, abbiamo favorito un clima che favoriva dinamiche relazionali.
Purtroppo, in seguito a un nuovo bando per la concessione del locale, non siamo riusciti a far valere i nostri diritti e ci hanno tagliati fuori dal progetto. Dispiace, è naturale, però come si è visto non siamo gente che rimane con le mani in mano».
Protagonisti di una piccola rivoluzione. Semplicemente, applicando alla lettera l’art.4 della nostra Costituzione: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".
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