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Disabili e scuola: discriminazioni intollerabili

«l’inclusione scolastica è ancora carente in gran parte del Paese» afferma il presidente di Anffas, Roberto Speziale dopo che, nel napoletano, alcuni genitori hanno chiesto di cambiare scuola per la presenza di un bimbo autistico nella classe dei figli.

di Redazione

L’inclusione scolastica? Lontana. E gli studenti con disabilità? «Sono ancora vittime di gravi discriminazioni». Ad affermarlo è Roberto Speziale, presidente di Anffas onlus (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) intervenendo dopo che è stato reso noto dalla stampa, prima dal Mattino di Napoli e poi dagli altri media, quanto avvenuto in una scuola elementare di Mugnano, centro in provincia di Napoli.
 
Nella scuola elementare del napoletano, alcuni genitori avrebbero prima chiesto il cambio di sezione per i propri figli perché risultati in classe con un ragazzo autistico e, non avendo avuto il consenso dalla dirigente scolastica, hanno chiesto il trasferimento in un altro plesso. L’episodio, oltre che l’interesse dei giornali, ha richiamato l’attenzione del ministro Maria Chiara Carrozza.
«Se la vicenda si è realmente svolta così come spiegato dai giornali» continua il presidente  Speziale, «non possiamo che evidenziare per l’ennesima volta quanto da anni urliamo a gran voce, ossia che l’inclusione scolastica è ancora carente in gran parte del Paese e che i diritti degli studenti con disabilità, di qualunque tipo essa sia, sono costantemente calpestati. Per ciò che concerne la disabilità intellettiva e/o relazionale, ed in questo caso particolare l’autismo, sono ancora poche le conoscenze che si hanno sui disturbi dello spettro autistico, lacune che portano spesso a stereotipi e pregiudizi e a vedere addirittura la presenza di una persona con autismo in classe come un disturbo o, peggio, un pericolo».

Per il presidente di Anffas è inoltre «importante ricordare che nel percorso scolastico gli alunni con disabilità e le loro famiglie non sono e non debbono essere soli: una parte fondamentale è rappresentata – oltre che dagli operatori scolastici – dai compagni di scuola e dalle loro famiglie, con i quali è importantissimo stabilire relazioni e percorsi volti alla piena inclusione sociale. Percorsi e relazioni che sono utili alla collettività: se una scuola, un ambiente, sono inclusivi e non discriminano, sono migliori per tutti, a prescindere dalle caratteristiche di ognuno. E nella scuola – così come nel mondo – di oggi di caratteristiche per le quali si può essere esclusi o discriminati ve ne sono davvero moltissime: la condizione di salute, lo stato sociale ed economico, la nazionalità e la provenienza geografica, le scelte religiose, etc».

Continua Speziale: «La logica conseguenza è che se educhiamo i nostri i figli alla discriminazione – come in questo caso i genitori coinvolti stanno facendo – , oltre a violare i diritti di moltissimi cittadini, ci condanniamo tutti a vivere in un mondo terribile». Infine, Speziale oltre a manifestare la «piena solidarietà alla famiglia coinvolta e alle figure scolastiche che hanno difeso lo studente discriminato» auspica un «intervento deciso degli organi competenti per evitare che episodi simili possano ripetersi e che si possa invece lavorare insieme per favorire una piena inclusione degli alunni con disabilità e una cultura che porti a vederli per ciò che essi sono: non un ostacolo, ma persone con gli stessi diritti degli altri».