Welfare

Anmil compie 70 anni, Bettoni fa un bilancio e annuncia i prossimi obiettivi

Proprio oggi, 19 settembre, cade l'anniversario. Un momento per ripercorrere la storia di Anmil che negli ultimi anni è stata particolarmente impegnata nella tutela dei lavoratori vittime dell’amianto. In un sistema di welfare considerato fonte di una spesa pubblica insostenibile, Anmil continua le sue rivendicazioni.

di Redazione

Compie 70 anni l’associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalididel lavoro, che ha attraversato i cambi epocali della società e del Paese. Da un’Italia dilaniata dalla guerra civile, quando il lavoro era prevalentemente agricolo, l’associazione è passata a occuparsi della tutela dei lavoratori delle fabbriche. Questa l'intervista è stata pubblicata sul mensile Vita di settembre.

Presidente Franco Bettoni, quali sono le priorità in agenda? Viviamo un momento di grave crisi economicae finanziaria e quindi è difficile aspettarsi novità importanti e, soprattutto, di segno positivo: si lavora per cercare di difendere le conquiste faticosamente raggiunte.La nuova disciplina dell’Isee, ad esempio, nata con il preciso scopo di diminuire la spesa sociale ha rappresentatoun tiro mancino: entrerà infatti a breve invigore il decreto nel quale si è deciso di includerenel calcolo del reddito rilevanteappunto ai fini Isee anche tutti i trattamenti assistenziali, previdenziali compresiquelli indennitari.

I 3 provvedimenti che Governo e Parlamento devono prendere subito? Restituire dignità ai lavoratori infortunati o che hanno contratto una malattia professionale nonché ai loro familiari facendo adeguare l’indennizzo del danno biologico. Riordino del Testo Unico Assicurazioneinfortuni. Rilancio dell’occupazione delle persone con disabilità con percorso specifico per infortunati sul lavoro. L’associazionismo vive da qualche tempoun calo di adesioni, Anmil ha continuato ad aumentare il numero di associati. Qual è lavostra strategia? Nei primi 60 anni puntavamo sulla tutela e rappresentanza di una categoria certamente composta da quanti sperimentavano sulla propria pelle gli effetti della mancanza o di una inefficace prevenzione ma, in realtà che interessava tutti i lavoratori. Negli ultimi dieci anni, invece, ci siamo dedicati a costruire una rete di servizi: Patronato,Caf, un’Agenzia per il lavoro, un Ente per la formazione e la riqualificazione e una Fondazione volta ad offrire sostegno e aiuti concreti.

Il traguardo per i 100 anni? La nostra più grande battaglia è quella per promuovere la cultura della prevenzionea partire dall’inizio dell’età scolare, tra i banchi di scuola.

L’associazione in cifre:

420mila gli iscritti

875mila i titolari di rendita fra infortunati sul lavoro, supersistiti e lavoratori con malattia professionale

106 le sedi provinciali

3mila i volontari

 

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