Volontariato

Dialogo con Johnny Dotti

«Non possiamo aspettare che siano la politica e l'economia a cambiare». Questo l'invito ad agire di Dotti alle associazioni veronesi. «Poi la politica vi seguirà»

di Redazione

I fondi e i contributi che sostengono il volontariato, soprattutto quelli pubblici, negli ultimi anni sono nettamente diminuiti. Nonostante le evidenti difficoltà, il mondo del terzo settore veronese reagisce, come dimostra un sondaggio effettuato dal CSV Centro Servizio per il Volontariato di Verona su un campione di 120 associazioni, e lo fa addirittura riuscendo a implementare nuovi servizi: quelli che la crisi con i suoi bisogni ha reso necessari. Lo dice il sondaggio “Crisi e volontariato”, servito al CSV per avere una comprensione reale dell’impatto della crisi sul volontariato locale in rapporto a quello nazionale, ma anche per rapportarsi con gli argomenti proposti da Johnny Dotti, cui le associazioni, e non solo, sono state invitate a prestare attenzione durante l’omonimo incontro “Crisi e volontariato. Dialogo con Johnny Dotti”. Tenutosi a Verona, nella Sala Convegni della Banca Popolare di Verona in piazza Nogara, ha aperto la tredicesima edizione della Festa del Volontariato.

Erano presenti in sala le associazioni di città e provincia, alcune di loro avevano riposto al sondaggio, non certo esaustivo, ma comunque ben indicativo della realtà locale, che ha mostrato come nel 2012 rispetto agli anni pregressi, quasi il 60 per cento (59,17) abbia mantenuto costanti i propri servizi e le proprie attività, mentre il 30, 83 per cento li abbia addirittura implementati. Solo il 10 per cento circa, invece, si è visto costretto, per lo più a causa della diminuzione delle entrate (78,57 per cento), a tagliare uno o più servizi. Inoltre, se poco meno del 60 per cento delle associazioni ha dichiarato di aver mantenuto invariato il proprio numero di volontari, il 30,83 per cento lo ha addirittura implementato, trovando così nelle risorse umane l'ossigeno di cui aveva bisogno.
«E' emersa la voglia di fare e di andare avanti, nonostante tutto. Nessuna associazione ha dichiarato di volersi fermare. Tutte hanno impegni e proposte per il futuro. E' incredibile se si pensa che i fondi si riducono e i tempi delle persone sono sempre più parcellizzati», ha commentato Fabio Fornasini, direttore CSV.

A queste associazioni Johnny Dotti, membro di Welfare Italia, in una sala affollata, ha infuso un’ulteriore sferzata di energia, riflettendo sulla crisi epocale che stiamo vivendo e sulle opportunità che offre, è vero «c’è dolore e contrazione, ma c’è perché stiamo partorendo, è il cambiamento»  e ancora «il volontariato nasce dalla crisi, seguire un disagio sociale o una malattia è occuparsi di una situazione di crisi: competere e vincere una condizione di crisi e la sua natura» così ha introdotto le proprie riflessioni sottolineando, per chi pensa che il calo dei fondi pubblici sia da vedere esclusivamente come danno, che non li rimpiange poiché l’appoggiarsi esclusivamente su questi, significa tradire la missione del volontariato. Una proposta? «Ripristinare le vecchie mutue ottocentesche.»
 
Una seconda proposta è l’istituzione del Servizio Civile obbligatorio, utile come rito sociale di passaggio, positivo, formativo, concreto, che aiuti a far comprendere il valore dell’impegno, della fatica, delle relazioni, dell’apprendere. Così come fare in modo che ci sia un Erasmus all’estero “popolare”, non solo destinato all’elite che studia, ma una forma aperta a tutti di esperienza e formazione, come può esserlo un periodo in un altro Paese.
In particolare il Servizio Civile, le associazioni, anche senza l’intervento dello Stato, possano organizzarlo coinvolgendo le imprese sul territorio «più che parlare con l’assistente sociale, parlate con chi ha la partita IVA, con Confcommercio, parlare tra diversi, non tra uguali» è il suo suggerimento, «poi la politica vi seguirà». E ancora «A questi ragazzi sarà sufficiente dare cibo, un letto, non più di 80 euro al mese e facciamogli fare lavori manuali e sobri che li riportino alla realtà.»
 
Sul “mescolarsi” appoggia una terza proposta: «uscire dall'ideologia degli appartamenti, che implicano separazione: chiudersi in appartamento è isolarsi, isolarsi è morire» ovvero «non una comune, ma mettere in condivisione alcuni servizi e vivere insieme, ad esempio i bagni assistiti o la lavanderia, trovate nuove forme abitative, ripensate all’organizzazione delle case» e ancora «prendete quelle vuote, sfitte di cui le città sono piene, e create degli alloggi con spazi comuni, non solo per gli anziani, i poveri, gli emarginati, ma per tutti».
 
E sull’assenza di condivisione che riflette «il “turbo capitalismo” ci ha dato tutto ma siamo più soli e siamo tristi, siamo liberi ma non sappiamo cosa fare: la crisi ci può aiutare a riflettere sul perché siamo qui».
Il volontariato può contribuire con la sua parte: «non possiamo aspettare che siano la politica e l'economia a cambiare, non succederà perché il sistema è saltato. La nostra crisi non è che la crisi d'identità di queste due categorie con cui ci siamo sempre interfacciati e che ora si riflette su di noi, sul terzo settore", ha spiegato Dotti ai volontari che lo hanno ascoltato per oltre due ore, spesso annuendo, altre volte increduli per le sue espressioni vivaci.  
Per poter operare servono però soldi «la razionalizzazione dei fondi è giustissima. Ma non funzionerà ancora a lungo: dobbiamo trovare il modo di generare soldi».
 
«Finanziamento pubblico e sostegno privato, rapporti di sussidiarietà con l’ente pubblico che possono fare del volontariato un collaboratore o sostituto del welfare, capitale sociale, rapporti con l’utenza: i temi del volontariato in rapporto alla crisi sono molteplici» spiega Chiara Tommasini, Presidente CSV Verona, che prosegue «l’incontro voleva essere un catalizzatore per nuove riflessioni e strategie utili alla vitalità delle associazioni e al superamento del periodo di crisi, nel quadro di nuove politiche necessarie: vista la partecipazione da parte delle associazioni è stato di grande interesse, Dotti ha portato riflessioni che ci aiuteranno a crescere».
 


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