Mondo

Oggi il mondo mobilitato dall’appello di Francesco

Credenti e non credenti mobilitati a livello globale per la giornata di digiuno e preghiera, adesioni alla chiamata del Papa da tutti i cattoli e da tutte le religioni, iniziative da migliaia di organizzazioni laiche e della società civile. Non è azzardato dire che oggi saranno mobilitate più di un miliardo di persone.

di Riccardo Bonacina

Più di un italiano su 4 (28%) aderirà oggii alla giornata di digiuno e di preghiera indetta da Papa Francesco per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’Istituto Swg in esclusiva per Agorà Estate, su Rai Tre.

Su scala globale è lecito pensare che almeno un terzo dei cattolici nel mondo, oltre 1,5 miliardi, aderiranno all’appello del Papa. Tutte le diocesi anche negli angoli più sperduti del mondo hanno infatti chiamato i fedeli a condividere nei propri paesi la Veglia di preghiera, meditazione, digiuno e confessione per invocare la pace.

Ma La "chiamata" del Papa a una Giornata di preghiera e digiuno per la Siria di oggi ha raccolto adesioni in tutto il mondo e tra i responsabili e i fedeli di tutte le religioni. Dalle Filippine all'America Latina, dal Nord Europa al Medio Oriente, sono ormai decine le organizzazioni, religiose e non, che hanno aderito all'appuntamento per dire, con le parole del Papa, "Mai più guerra! Mai più guerra!".

"La pace è una questione che riguarda tutti i cristiani, indipendentemente dalla confessione a cui appartengono. Per questo accogliamo con profonda consapevolezza cristiana l'invito di papa Francesco per una giornata di preghiera per la pace". Così si è espresso il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei).
E le preghiere della comunità ebraica di Roma si uniranno a quelle del Papa. Lo annuncia il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, a ridosso dell'inizio di importanti festività ebraiche (oggi è il primo giorno di Capodanno, cui seguiranno Yom Kippur e Sukkot), sottolineando la "sintonia con tutti coloro" che oggi si raccoglieranno in preghiera.
L'Unione Induista Italiana (UII) nella serata di oggi, la comunità monastica del Gitananda Ashram, sede religiosa dell'UII, "si unirà alla preghiera e al digiuno dei fratelli cristiani".

Adesioni anche dal mondo musulmano e da migliaia di organizzazioni della società civile e personaggi della cultura laica in tutto il mondo (leggi qui).

Non è quindi azzardato dire che oltre un miliardo di persone sono oggi mobilitate dalla chiamata del Papa alla Pace, perciò non è esagerata l’espressione di  Pérez Esquivel nella lettera a Obama «Ascolta il clamore dei popoli» (il testo qui).

Una mobilitazione che ieri, il Santo Padre ha ribadito con tre tweet: «La pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l’umanità». «Cari giovani, pregate insieme a me per la pace nel mondo». Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà!».

Una mobilitazione aperta come lui stesso ha ricordato nell’udienza di mercoledì scorso, quando ha rivolto un grazie ai tantissimi che avevano già aderito al digiuno e un grazie anche a quanti "vorranno unirsi, nei luoghi e nei modi loro propri, a questo momento".

La preoccupazione del Papa, che aveva scritto ai leader del G20, “non rimanete inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana e che rischiano di portare nuove sofferenze ad una regione tanto provata e bisognosa di pace”, è sottolineata dall'arcivescovo Pietro Parolin, appena nominato dal Papa Segretario di Stato (entrerà in carica il 15 ottobre) ed esperto del Medio Oriente: «Sono in gioco l'equilibrio del mondo, la convivenza presente e futura di varie religioni e dei grandi gruppi etnici». Al settimanale della sua diocesi di Vicenza ha spiegato: «O andremo verso un mondo nel quale sapremo integrare le nostre differenze e farne occasione di crescita, o andremo verso la guerra totale».

Cosa si debba intendere con “giornata di digiuno” lo spiega bene padre Fausti: «Il digiuno è sempre simbolico, è una purificazione, i nostri cinque sensi ingurgitano tutto, si tratta di digerire e creare uno spazio di interiorità, di trovare in sé la propria libertà interiore, di non divorare ma entrare in una relazione corretta e libera con le cose e con gli altri: ciascuno decide in coscienza ciò da cui astenersi, le cose che lo rendono schiavo o con le quali rende schiavi gli altri…».

In San Pietro si comincerà la veglia alle 19 rileggendo il testo dell'Angelus di domenica: «Guerra chiama guerra! Scoppi la pace! Mai più la guerra!» e le preghiere per la pace di quattro Papi – Pio XII, Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (In allegato il libretto per seguire la veglia di preghiera).

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