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I comuni si ribellano e chiedono le bonifiche dei siti contaminati

Una norma, l’art 41 del decreto del Fare, è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. A Mantova il 25 settembre si riuniranno i comuni che hanno un territorio dichiarato dallo Stato da bonificare. La norma, infatti, mette a rischio le bonifiche previste. Un problema che interessa 4 milioni e mezzo di cittadini.

di Carmen Morrone

A guidare la protesta Mariella Maffini, assessore alle politiche ambientali del comune di Mantova, che in pieno periodo estivo ha passato le notti a studiare documenti e report e ha indirizzato almeno 200 lettere ad altrettanti amministratori pubblici per «svegliarli, per toglierli dalla rassegnazione, perché la vicenda dei siti da bonificare è sottaciuta, non ne parla nessuno».

L’art. 41 del decreto del FARE recita: "Nei casi in cui le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario oltre all'eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione".

«Il decreto del FARE ha dato la stura alla mia voglia di ribellarmi che nasce dalla storia del sito contaminato interesse nazionale denominato “Laghi di Mantova e polo chimico”. Alle porte della città, accanto alle abitazioni, ci sono un sito dell’Eni e uno stabilimento petrolifero del gruppo ungherese Mol. Questo sito è stato dichiarato d’interesse nazionale, cioè bonificabile e sotto la gestione dello Stato e non più del Comune che ha un ruolo marginale, nel 2003. Bonifica, che oggi, è stata compiuta per l’1%. Ora, l’art.41 del decreto del FARE dice che le bonifiche sono adottate se sostenibili economicamente e ciò peggiora decisamente la situazione».

«A Mantova siamo in presenza di falde contaminate, di livelli d’inquinamento altissimi con conseguenze pesantissime per la salute degli abitanti interessati, quasi 60 mila. I dati di Sentieri, studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento dell’istituto superiore di Sanità del 2011 evidenziano un aumento dei tumori, delle malattie degli apparati circolatorio e respiratorio»  

«Nel bilancio consolidato 2012 di Eni si legge che l’azienda non ha ricevuto le autorizzazioni da parte della autorità pubbliche per poter procedere ad alcuni interventi di disinquinamento che quindi non sono stati eseguiti secondo il piano presentato alle stesse autorità. Se presenti un piano di bonifica con  delle lacune, gli enti preposti alla sua valutazione non possono far altro che  bocciarlo….»

«I siti contaminati d’interesse nazionale sono 36. Erano 54, qualche mese fa, prima che il ministro dell’ambiente Corrado Clini ne declassasse 18 a siti d’interesse regionale. Nello stesso tempo il ministro Clini firmava un’intesa per bonificare i siti inquinati di Venezia e Trieste. Mi risulta, se non erro, che Clini abiti a Venezia e che sia il presidente del parco tecnologico di Trieste…. . Ma il dato è che in questo modo si creano siti d’interesse nazionale di serie A, B, Z. Nel 2012  c’è stato il caso Taranto con misure straordinarie.  E tutti gli altri siti?»

«Alla mia lettera stanno aderendo molti comuni. I comuni interessati sono 200. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a un paio di comuni per sito. Occorre fare rete, unire le voci di questi territori. Studiando tutta la documentazione si scopre che i siti da bonificare interessano comuni grandi, come Napoli – che ha già aderito – e comuni piccoli anche di poche decine di abitanti. In quest’ultimo caso, ma chi se li fila?  Se invece ci uniamo, possiamo fare contare il nostro peso di un totale di 4milioni e mezzo di persone».

«A Mantova mercoledì 25 settembre, ci troveremo non per una semplice riunione, faremo un documento con precise proposte. Non cerchiamo un colpevole, vogliamo portare a casa il risultato che  sono le bonifiche dei nostri territori. Dal canto mio -il mandato della giunta del comune di Mantova termina nel 2015-  mi impegno per portare avanti questo obiettivo  e spero di trovare altri  amministratori pubblici che mi affiancheranno e continueranno questa battaglia».

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