Cultura

Brasile, attivisti di Greenpeace minacciati di morte

Per la loro opera di difesa delle foreste amazzoniche

di Gabriella Meroni

Greenpeace ha denunciato oggi che le recenti minacce di morte dirette ad uno dei suoi rappresentanti non fermeranno la campagna per la protezione dell’Amazzonia. La scorsa settimana, Paulo Adario, coordinatore della Campagna Amazzonia di Greenpeace, e’ stato minacciato di morte con una telefonata alla casa/ufficio di Manaus. “Non si tratta solo di una seria minaccia nei miei confronti, e’ soprattutto un’intimidazione verso tutte le persone che si battono per la protezione dell’Amazzonia- ha detto Paulo Adario in una conferenza stampa a Brasilia -E’ chiaro che il nostro lavoro investigativo in cui abbiamo denunciato il taglio illegale di mogano in Amazzonia e’ la causa di questa minaccia. Il commercio del mogano in Brasile e’ in gran parte in mano a criminali, ai quali è stato consentito finora di operare nell’impunita’”. Il 26 settembre Greenpeace ha prodotto una chiara documentazione con foto e riprese aeree dei tagli illegali di mogano proprio nel cuore dell’Amazzonia. L’area interessata e’ quella degli Indios Kayapò, dove i tagli sono severamente proibiti. Alcune immagini satellitari diffuse da Greenpeace mostrano i dettagli dell’operazione. L’intero dossier e’ stato consegnato al Giudice federale di Brasilia, con la richiesta di compiere ulteriori indagini. Il bando al taglio del mogano, disposto dal governo brasiliano nel 1996, non è mai stato rispettato dalle industrie del legno. “La regione amazzonica e’ tristemente nota per la violenza perpetrata nei confronti di coloro che lavorano per difenderla- ha detto Sergio Baffoni, responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace in Italia – ma non ci lasceremo intimidire, non possiamo arrenderci. Faremo tutto il possibile per proteggere Paulo e tutti i nostri uomini impegnati su questo importante fronte”. Adario ha già ricevuto la solidarietss’ di Jose Carlos Dias, ex ministro della giustizia brasiliano e di Amazonino Mendes, governatore dello stato di Amazonas. Purtroppo la minaccia di morte non puo’ essere presa sotto gamba: lo scorso 25 agosto e’ stato assassinato, nello stato amazzonico del Para’, Ademir Alfeu Federicci, coordinatore di un movimento che si opponeva al taglio illegale degli alberi e alla realizzazione di una diga sul fiume Xingu. L’attivista era stato freddato da un colpo di carabina alla testa, mentre si trovava a casa, di fronte alla moglie e ai bambini.


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