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Il Royal Baby fa impennare il non-profit

Dalla Gran Bretagna al Sud Africa, è boom delle iniziative di fundraising a favore di enti che si occupano di maternità e minori, per celebrare la nascita reale

di Ottavia Spaggiari

Ha appena un giorno e il Royal Baby non è solo il neonato più discusso dell’anno, ma sembra sia già riuscito ad avere un impatto positivo sull’economia britannica. Si stima che si aggiri intorno ai 240 milioni di sterline il giro d’affari messo in moto dalla nascita reale, dai pigiamini con la scritta Born to Rule, ormai in vendita in ogni bancarella di souvenir, ai cavalli a dondolo, ormai la “baby fever” ha conquistato qualsiasi negozio di oggettistica, anche online. Persino la sezione dedicata allo store del rigorosissimo Royal Collection Trust, il fondo dedicato al finanziamento delle spese di mantenimento dei Palazzi Reali, si è recentemente  popolato di numerosissimi orsacchiotti di peluche. “La grande opportunità commerciale riguarda soprattutto i turisti,” spiega Richard Cope, trends director del centro di ricerche di mercato Mintel, “la nascita reale avrà un impatto positivo anche sull’affluenza del turismo estero che, si stima, crescerà del 13% quest’estate.”

L’indotto della nascita reale non si limita però al merchandising. Joshua Bamfield, direttore del Centre for Retail Research (CRR), il Centro Ricerche per la Vendita al Dettaglio stima che i britannici abbiano versato calici di vino e pinte di birra per quasi 100 milioni di euro e speso 30 milioni di euro in cibo, per festeggiare la nascita dell’erede al trono.

E ad avere ricevuto una scossa positiva è anche il non-profit, non solo britannico. Mentre sullo store online ufficiale della tenuta reale di Highrove, viene dato ampio spazio a scarpette, copertine da culla fatte a mano e altri articoli da neonato,  i cui proventi verranno devoluti interamente alla fondazione del principe Carlo, sono impossibili da contare le iniziative indipendenti di fundraising che ruotano intorno alla nascita reale. I blogger dei 5 siti web britannici più celebri dedicati dedicati alla vita di palazzo hanno lanciato lo scorso aprile una campagna di raccolta fondi ispirata proprio al bebè reale. Tutte le donazioni serviranno a sostenere centro pediatrico  East Anglia's Children's Hospices. La stessa homepage del sito di crowdfunding britannico JustGiving dedicato al non-profit, invita a celebrare la nascita facendo una donazione, mentre l’online store benefico di cartoline di auguri CharityGreetings.com ha registrato un picco di vendite proprio ieri. “Non appena è stata resa nota la notizia della nascita, le cartoline di congratulazioni sono andate a ruba. L’ufficio corrispondenza di Clarence House sarà davvero molto, molto impegnato nelle prossime settimane.” Ha commentato Craig Hartzel founder dell’organizzazione, “Abbiamo ricevuto moltissimi ordini, dal Sud Africa, da Israele, dagli Stati Uniti, persino dall’Australia.”

L’impatto della nascita del Royal Baby infatti non riguarda solo la Gran Bretagna. Nell’ultimo mese sono stati organizzati in tutto il mondo eventi di raccolta fondi a favore di organizzazioni non-profit, sfruttando la tradizione anglosassone del Baby Shower, cioè la festa che si organizza prima della nascita del bebè e in cui solitamente si regala ai futuri genitori tutto l’occorrente per affrontare il nuovo arrivo. Sarà necessario qualche giorno per avere i dati ufficiali di questo tipo di iniziative di raccolta fondi, ma si calcola che, dal Canada al Sud Africa, siano stati centinaia i baby shower organizzati da singoli e associazioni. Tra gli enti che hanno maggiormente beneficiato da questo tipo di raccolta fondi, le non-profit che si occupano di maternità e minori.

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