Non profit

Il non profit a confronto sui dati Istat

Al Cnel presentati altri numeri. Ad ascoltarli e a discuterne tanti leader del Terzo settore e i rappresentanti di tutti i maggiori partiti

di Giuseppe Frangi

Presentati questi mattina altri dati del Censimento Istat relativi al Non profit. Al Cnel, assente il ministro Giovannini, è intervenuto Andrea Mancini, direttore dipartimento censimenti di Istat. Tra i dati messi in rilievo la grande area di quel 66% di enti che sono assimilabili a piccole, le 201.004 le associazioni non riconosciute. Mancini ha anche sottolineato come tra l'elenco precensuario e l'effettivo numero di associazioni rilevate c'è una differenza di oltre 100 mila soggetti non sono stati rintracciati. 

Altro fattore rilevato è la crescita del differenziale, in tutti i parametri tra Nord e Sud, 115 persone attive nel non profit su 10mila abitanti. Record del Trentino: 193. Ma il Sud si allontana. Il settore non profit oggi come addetti ha superato il settore agricolo in Italia. Sui dati è poi stato organizzato un dibattito, in cui è emerso che a volte i numeri non restituiscono pienamente l'orizzonte dei problemi né delle ricchezze del Terzo Settore. «Non è vero che il non profit abbia sottratto servizi alla sanità pubblica, come dai numeri sembrerebbe. Ne ha lanciati di nuovi» ha detto Pietro Barbieri, portavoce del Forum. «Noi siamo più pubblici di tante strutture sanitarie statali che sono monocratiche», ha ribadito Giuseppe Guerini, portavoce dell'Alleanza delle cooperative sociali. Che ha anche ricordato come le coop sociali in questo decennio abbiano registrati un incremento di addetti del 10% ogni anno. «Comunque dove le amministrazioni locali funzionano il Terzo settore cresce» ha sottolineato Guerini, riferendosi in particolare alle regioni del Nord.

«Soffriamo dove siamo ancora legati a logiche erogative» ha confermato Paolo Beni, presidente uscente di Arci («Alla prossima assemblea passo la mano», ha setto). Tra politici da notare la presenza di Katia Stancato, calabrese, schierata con Monti. L'ex portavoce del Forum calabrese, ha voluto sottolineare come i numeri che riguardano il sud a volte nascondano una realtà molto più vitale. «Ho in mente la realtà del Banco alimentare calabrese, capace di aiutare ben 200mila famiglie».
La conclusione è stata di Giampaolo Gualaccini, Coordinatore dell’Osservatorio sull’Economia sociale del Cnel.  «Il Censimento Istat delle Istituzioni non profit certifica che il Terzo settore cresce e fa crescere il Paese», ha detto. «Particolarmente nell’assistenza sociale e nel settore delle attività culturali il non profit costituisce la principale realtà produttiva del Paese. Affinché l’Italia riprenda a crescere è decisivo che Stato, impresa profit e mondo non profit collaborino insieme e virtuosamente, ciascuno per la propria parte e tutti insieme, per il vero bene comune dell’Italia».


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