Welfare

Pezzotta: «E adesso cambiamo la Bossi-Fini»

Il presidente del Cir, Consiglio italiano per i rifugiati, dopo la visita di Francesco sull'isola sottolinea l'urgenza di modificare radicalmente la legislazione sull'immigrazione e e di introdurre una normativa sul diritto d'asilo. L'intervista

di Antonietta Nembri

Estremamente soddisfatti. Così si definiscono al Cir, il Consiglio italiano per i rifugiati, dopo che papa Francesco ha commemorato i morti del Mediterraneo. Ben oltre 18mila negli ultimi 15 anni ricordano al Cir. Il Consiglio italiano per i rifugiati non tralascia di sottolineare anche il monito del pontefice  rivolto ai responsabili politici e all’opinioni pubblica condannando l’indifferenza.

«Non possiamo essere silenziosi e inerti di fronte al fatto che il Mediterraneo sia ormai di fatto utilizzato per impedire l’arrivo dei migranti, invece di essere un mare comune, che unisce. L’Europa si è trincerata dietro un errato senso di protezione che si concretizza nel rendere impossibile ogni forma di accesso legale e che costringe i migranti a compiere viaggi troppo spesso mortali. Per noi la protezione è dare, innanzitutto, possibilità e accoglienza a chi fugge da guerre e persecuzioni, non è innalzare confini invalicabili. La politica europea e italiana devono essere ripensate: il monito del Papa è inequivocabile, non possiamo più essere indifferenti» dichiara Christopher Hein direttore del Cir.

Il presidente del Cir, Savino Pezzotta, sottolinea l’emozione con cui è stata seguita la visita del Papa a Lampedusa «è stato significativo vedere che una barca dipinta che simboleggiava le “carrette del mare” essere trasformata in un altare. Vedere il Papa che getta in mare una corona di fiori in ricordo delle persone che hanno visto il loro viaggio di speranza trasformarsi in morte. Espressiva e indicativa è stata la scelta del brano del Vangelo per la messa: la strage degli innocenti».
Per il presidente del Cir però il gesto del Papa non è solo da interpretare in senso umanitario e solidale, nella presenza del Pontefice a Lampedusa c’è anche «un profondo contenuto politico che il Governo italiano e i governi europei non possono ignorare» spiega.

Per evitare quindi che le parole ascoltate questa mattina da Papa Francesco restino parole vuote Pezzotta precisa «Il Cir rinnova il suo invito al Governo e al Parlamento perché si modifichi la legge Bossi – Fini, si attui il dettato costituzionale sul diritto d’asilo e si spiga l’unione europea a farsi carico del problema».

Per cambiare la Bossi – Fini quali sono le prime mosse?
«Innanzitutto va tolto il delitto di clandestinità che crea un mare di problemi, soprattutto ora in una situazione di crisi economica. Se un immigrato resta senza lavoro deve, in base a questa legge, essere rimpatriato. La Bossi – Fini è una legge che è stata fatta per non far entrare nessuno o per rendere l’ingresso molto difficile. La legge va modifica».

Come proponete di farlo?
«Il punto di partenza deve essere il fatto di prendere atto che l’immigrazione come la presenza di rifugiati non è un’emergenza, è un dato di fatto, non si può continuare agendo solo sulla paura e sulla repressione. In pratica è tutta la filosofia alla base della Bossi – Fini che va completamente cambiata. Anche perché la situazione oggi è diversa, occorre prenderne atto, anche se devo ammettere che questa legge a me non è mai piaciuta».

Al di là dell’immigrazione c’è il capitolo rifugiati. Come rendere reale il diritto d’asilo?
«La nostra Costituzione lo prevede. Ma al dettato costituzionale manca una legge ad hoc. Noi come Italia siamo tenuti all’accoglienza, anche in base ai dettati europei, ma manca una legge per rendere questa accoglienza concreta e reale. Oltretutto ora come ora l’asilo va pensato non solo a livello nazionale, ma deve essere europeo».

Come pensa che l’Ue possa farsi carico del problema?
«Bisogna far comprendere all’Ue che la questione immigrazione non è un problema dei singoli Stati o di quelli del Sud dell’Europa. Se l’Unione europea nel suo complesso non si assume un problema che è globale, secondo me, mette in dubbio se stessa. La mancanza di una politica europea, soprattutto nel campo dei rifugiati è un grande problema. Affrontare la questione a livello continentale renderebbe l’accoglienza dei rifugiati meno pesante per tutti. Noi come Italia abbiamo tenuto tutti quelli che scappavano dalla Libia, eppure a bombardare non erano certo i nostri aerei».  

L’Europa si è costruita una fortezza che alcuni vorrebbero impenetrabile…Come invertire questa tendenza?
«Credo che oggi sia arrivato il momento per cui non si deve andare in Europa solo per discutere di fondi, bilanci e tenuta del debito, ha senso esserci In Europa se possiamo portare tutti i problemi. E quello dei rifugiati è un fenomeno internazionale, anzi globale. Il mondo è in movimento e l'Europa non può restare a guardare».

NELLA FOTO: Un primo piano delle braccia di una fedele durante la messa celebrata da Papa Francesco con la scritta "Stop clowning with Lampedusa", cioè basta prendere in giro Lampedusa.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA