Economia

Uscire dalla crisi cooperando. La risoluzione europea

«Oggi nell'’Ue si contano 160 mila imprese cooperative in cui lavorano 5,4 milioni di persone, contribuendo in media al 5% del Pil degli Stati membri», ricorda al Parlamento Europeo Patrizia Toia. La risoluzione approvata chiede norme specifiche per questo modello imprenditoriale

di Redazione

La Giornata Internazionale delle Cooperative, che si celebra quest'anno il 6 luglio 2013, ha come tema “L'impresa cooperativa rimane forte in tempi di crisi”.

Il tema è più che mai adatto se si considera come le altre forme di impresa si misurano di fronte alle attuali lotte economiche globali. Un recente rapporto pubblicato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e scritto dal Professor Johnston  Birchall, esamina le cooperative finanziarie dalle loro origini in Germania negli anni 1850, fino al movimento globale che oggi esse rappresentano.

In un'intervista all'OIL, Birchall spiega, come prima della crisi, gli economisti affermavano che le cooperative finanziarie erano destinate ad essere meno efficienti  rispetto alle banche degli azionisti privati perché non remuneravano i loro managers con quote azionarie. Tuttavia, la crisi finanziaria ha dimostrato come le cooperative finanziarie corrano meno rischi rispetto alle altre tipologie di banche in particolare perché i loro dirigenti non ricevono una quota degli utili. «La stabilità e l'avversione al rischio fanno parte del dna delle cooperative finanziarie. Come imprese, generano e devono generare utili, altrimenti non sarebbero tali, ma questi utili sono accantonati a riserve che assicurano alle cooperative la forza finanziaria, mettendole al riparo dai problemi legati a requisiti di capitalizzazione imposti dalle autorità di regolamentazione». «Nelle altre parti del mondo le cooperative di credito, non hanno subito gli effetti della crisi del 2008, né le crisi del settore bancario. Esse hanno continuato a crescere lentamente, regolarmente, senza drammi».

Un altro vantaggio delle cooperative in tempi di crisi che non deve essere trascurato è la loro dimensione sociale. Mentre assistiamo ad una situazione di grande difficoltà economica ed i governi sono sotto pressione per ridurre i costi delle prestazioni sociali, le cooperative forniscono spesso una preziosa ancora di salvataggio. In breve, le cooperative contribuiscono al capitale sociale con metodi che le società per azioni non adottano.

La risoluzione dell'Ue
«La realtà è più avanti delle nostre leggi: in vari Stati membri nella crisi molte aziende sull'orlo del fallimento sono state salvate dai lavoratori che si sono costituiti in cooperativa e hanno continuato l'attività, oppure si sono salvate grazie al subentro di cooperative già esistenti. Per questo abbiamo chiesto che l'Europa sostenga questo ruolo positivo delle cooperative nelle ristrutturazioni aziendali e preveda anche, in futuro, un'apposita linea di bilancio». È questo il messaggio arrivato ieri da Strasburgo, dove l'Europarlamento ha approvato a larga maggioranza una risoluzione (in allegato qui a lato), sulla base del rapporto di iniziativa redatto da Patrizia Toia, eurodeputata Pd e vicepresidente dei Socialisti e Democratici (S&D).

Durante la crisi le imprese cooperative hanno dimostrato di essere più resistenti e di riuscire a salvaguardare meglio di altre l'occupazione: l'Unione europea deve sostenere con adeguati fondi questo settore, che rappresenta una potente leva di sviluppo economico.

«L'Europa deve avere più coraggio nell'indicare nuovi modi di fare economia e impresa, al fine di valorizzare pienamente il suo capitale civile: le cooperative, con la loro dinamicità e la loro flessibilità, costituiscono un esempio da seguire per la nostra economia. Ciò rientra nel quadro dell'economia sociale di mercato, che l'Ue rivendica come suo modello», ha sottolineato Toia nel corso di un dibattito in plenaria.

«Oggi nell'Ue si contano 160 mila imprese cooperative in cui lavorano 5,4 milioni di persone, contribuendo in media al 5% del Pil degli Stati membri. La risoluzione approvata dall'Europarlamento (allegata in versione integrale ndr) chiede alla Commissione europea e ai Paesi membri di sostenere con norme specifiche il modello imprenditoriale cooperativo in tutti i settori, anche attraverso la concessione di fondi della Banca europea degli investimenti (Bei). Una maggiore presenza della struttura cooperativa nel tessuto economico permetterà di resisterà meglio a future crisi», ha concluso Toia.


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