Welfare

Il parroco di Lampedusa: Ecco cosa dirò al Papa

Don Stefano Nastasi è la persona che ha convinto Francesco a sbarcare, lunedì prossimo 8 luglio, sull'isola simbolo dell'accoglienza ai disperati del Mediterraneo. Lui e il suo collaboratore ci portano dietro le quinte della preparazione della visita

di Daniele Biella

L’incontro della vita don Stefano Nastasi lo avrà lunedì prossimo 8 luglio, alle ore 9.15: in quel momento, dalla scaletta di un aereo del piccolo aeroscalo di Lampedusa, scenderà proprio lui, Mario Bergoglio, che ha scelto l’isola e il dramma dei viaggi dei migranti stranieri verso l’Europa per iniziare il suo primo viaggio ufficiale da quando è stato nominato Papa Francesco. Vita.it raggiunge Nastasi al telefono e lo trova a metà tra l’euforico e l’indaffarato (“mi stanno chiamando da ogni parte, devo organizzare ancora molto e mancano solo tre giorni”), tanto che per l’intervista ha bisogno del suo braccio destro, don Carmelo Petrone, che oltre a tenere le fila dell’ufficio stampa della Diocesi di Agrigento (sotto cui è la parrocchia di Lampedusa) e della Caritas provinciale è direttore della rivista L’amico del Popolo. Quello che ne esce è una testimonianza corale di una comunità intera, quella dei lampedusani (sindaco compreso, vedi intervista a lato), che nella visita del Papa vede “un nuovo inizio, un segno concreto del Vangelo dopo anni di accoglienza sofferta e tragedie per le quali non si può e non si deve girare la testa dall’altra parte”.

Tutto è iniziato con la lettera in cui lei, parroco di Lampedusa, chiedeva al Santo Padre di vedere con i propri occhi quanto accadeva sull’isola e sulle sue coste. Ora Francesco ha accettato…
Ci ha colto di sorpresa, non ci aspettavano una risposta tanto veloce. Nemmeno il vescovo di Agrigento, che a maggio l’aveva incontrato a Roma donandogli simbolicamente un pezzo di legno di un’imbarcazione naufragata. L’emozione è molta, ma queste ore sono tutte da dedicare prima all’organizzazione della visita, poi alla preparazione spirituale. Sapete che sono previste sull’isola almeno 15mila persone, quando la popolazione è di 5-6mila e con i turisti di solito si arriva a un massimo di 9-10 mila? Il Comune sta potenziando i traghetti, noi stiamo cercando dove accogliere le persone, soprattutto quelle della Diocesi, e naturalmente ogni letto è già occupato dalle prime ore di lunedì scorso, da quando il Papa ha comunicato la sua intenzione di venire.

Come sarà scandita la sua visita?
Dopo l’atterraggio, proveniente da Ciampino, si recherà verso cala Pisana dove salirà su un’imbarcazione della Capitaneria di porto, scortata dalle barche dei pescatori lampedusani. La sua intenzione è sbarcare al molo Favarolo, proprio il molo dove la Guardia costiera di solito accompagna i migranti in arrivo dall’Africa, non prima però di avere deposto una corona di fiori in un punto del mare dove di recente c’è stato un naufragio che è costato la vita a varie persone. Una volta giunto a terra, incontrerà un gruppo di 50 migranti, poi si dirigerà al centro sportivo lì accando, dove terrà la messa per tutti i fedeli che arriveranno. Al termine, in parrocchia ci sarà un momento di colloquio con il vescovo e il parroco, poi alle 13.45 rotta verso Ciampino…

Il pranzo non è previsto?
In parrocchia vi sarà niente più di un rinfresco. È una delle sue indicazioni in merito, che calza con lo stile che ha impartito al suo papato. Nessun ricevimento ufficiale, nessuna enfasi sugli incontri: chiunque vi parteciperà lo farà in forma privata e non secondo l’autorità che potrebbe rappresentare. Ci ha fatto capire che il suo unico scopo è incontrare gli isolani e capire vedendolo da vicino quello che accade sulle nostre coste. 

Cosa direte a Papa Francesco quando vi troverete a tu per tu?
Gli ribadiremo un concetto espresso spesso negli ultimi tempi dai lampedusani come dalla stessa Chiesa: qui sull’isola speranza e disperazione si materializzano, già da anni abbiamo fatto un atto di fede a Dio come all’uomo, accogliendoli e cercando di garantire loro i diritti umani basilari. La stessa visita di Francesco è un indice puntato che ricorda ai cristiani l’importanza di un atto di coscienza civile: i migranti scappano da situazione di vita estreme, la loro condizione ci riguarda eccome, bisogna sconfiggere l’indifferenza. Il papa viene con il vangelo in mano, senza offrire soluzioni politiche ma ricordando che la legalità va necessariamente coniugata con il rispetto della dignità delle persone. A noi comunque basterà averlo a fianco, non servono molte parole, la sua presenza vale già di per sé perché indica che la sua Chiesa vuole ripartire da qui, dall’universalità dell’accoglienza.

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