Volontariato

Peppe Sini risponde a Pirani

Ieri su Repubblica l'editorialista aveva attaccato i pacifisti, Sini, responsabile del Centro ricerche sulla pace, risponde

di Paul Ricard

Il dottor Mario Pirani, giornalista di grande intelligenza e di eccellente
garbo (il che non guasta mai), ci fa l’onore, nel suo commento su “La
Repubblica” dell’8 ottobre (a p. 22) di prenderci come esempio di un
pacifismo “le cui idee sono ferme al Vietnam”. E sia pure.

Ma il dottor Pirani, dopo aver citato testualmente con compiuta correttezza
una nostra opinione (ovvero che questa guerra “non ha fondamento nel diritto internazionale, aggiungerebbe crimine a crimine e violerebbe la
Costituzione”), commette un non lieve errore di metodo e di fatto quando,
dopo averci designato come posizione idealtipica del movimento per la pace, nel suo controdedurre nel prosieguo dell’articolo ci attribuisce, per così dire transitivamente o per contagio, un guazzabuglio di opinioni e
atteggiamenti che proprio non sono i nostri.
E vorremmo dire brevemente perché.
a) Il nostro impegno contro il terrorismo data dagli anni ’70 (dalla
fondazione del nostro centro), senza mai alcuna ambiguita’.
b) il nostro dolore per le vittime di New York e di Washington e’ stato ed
e’ sincero ed intenso, e personalmente ha determinato chi scrive queste
righe ad esprimerlo con un digiuno di condivisione e raccoglimento, che
forse ad alcuni potra’ sembrare cosa ridicola e incomprensibile, ma per chi lo fa (come me, da laico e non credente) non è uno scherzo.
c) Noi non abbiamo aderito al GSF né partecipato alle manifestazioni da
esso promosse a Genova, proprio perché abbiamo ritenuto del tutto
incondivisibili decisioni ed atteggiamenti che ci sono parsi irresponsabili
ed ambigui; ed in questo la nostra posizione e’ netta e documentata fin
dalla nostra condanna degli errori e degli orrori di Praga (e quante lettere
di insulti da ragazzini esaltati un vecchierello con la barba imbiancata
come me ha dovuto ricevere per aver condannato, oltre alle violenze
poliziesche, anche la violenza e l’ambiguita’ sulla violenza da parte del
cosiddetto “movimento di movimenti”).
d) Non solo: dopo i fatti di Genova, condannando intransigentemente tutte le violenze e chiedendo verità e giustizia senza alcuna zona d’ombra, abbiamo contrastato l’insensata campagna di demonizzazione indiscriminata delle forze dell’ordine; ed abbiamo avanzato l’unica proposta positiva che ci risulti sia stata fatta fin qui: quella della proposta di legge per la formazione delle forze dell’ordine alla nonviolenza, che vari parlamentari dovrebbero finalmente presentare nei prossimi giorni.
e) In questo periodo stiamo facendo ogni sforzo per persuadere il movimento per la pace a separarsi dagli ambigui e dai violenti.
f) Noi siamo per la nonviolenza: senza “se” e senza “ma”. La nonviolenza o la si accoglie senza sotterfugi e riserve, o non si ha diritto di
proclamarsene amici. Pubblichiamo ogni giorno un notiziario telematico dal titolo “La nonviolenza e’ in cammino”, ci sta a cuore essere chiari e netti.
Detto questo confermiamo il nostro impegno: contro il terrorismo, contro la guerra che lo prosegue ed amplifica, contro la violenza, contro le
violazioni del diritto internazionale e della Costituzione della Repubblica
Italiana.
E confermiamo anche il nostro impegno nonviolento per contrastare il
terrorismo e la guerra: promuovendo l’azione diretta nonviolenta, la
disobbedienza civile, lo sciopero generale in difesa della legalita’, della
pace, delle concrete vite degli esseri umani esposti all’aggressione
terroristica e bellica.

Saremo attardati, saremo perfino decrepiti, ma questo e’ il nostro modesto punto di vista, e vorremmo che chi lo volesse discutere lo discutesse per quello che è, senza travisamenti che non ci rendono giustizia (per essere espliciti: non siamo ne’ “biascicatori di deprecazioni”, né “antiamerikani”, e tralasciamo altri insulti che nell’articolo a noi pacifisti vengono rivolti in forme non propriamente eleganti).

Al dottor Pirani rivolgiamo un ringraziamento sincero, per il suo lavoro e
per averci dedicato la sua attenzione. Il fatto che abbiamo opinioni diverse
e fin opposte su un tema tanto grave non implica uno scemare dell’attenzione per quanto scrive, e men che meno del rispetto dovuto ad ogni essere umano.
Gli porgiamo quindi i sensi della nostra stima, e gli saremo grati se vorra’
continuare a riflettere e scrivere su quanto sta accadendo, continuando
altresi’ a dedicare un’attenzione critica, e possibilmente equanime, alla
riflessione e alle esperienze del movimento pacifista (che di voci critiche
e chiarificatrici ha un estremo bisogno).

Peppe Sini

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