Non profit

Una legge per mettere i beni confiscati al servizio dei più giovani

«Una delle strategie più efficaci nel contrasto alle mafie», sottolinea la senatrice Pd Silvana Amati, prima firmataria del ddl. Secondo la Dia dal 1992 al 2010 sono stati confiscati circa 10.500 immobili

di Francesco Agresti

Dal crimine all’adolescenza. Mettere i beni confiscati al servizio delle politiche per i più giovani. È l’obiettivo del disegno di legge “Norme in materia di destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali a finalità di tutela dell'infanzia e dell'adolescenza” presentato dalle senatrici del Pd Silvana Amati, Manuela Granaiola e Daniela Valentini.

Secondo la Direzione Investigativa Antimafia (Dia) il valore dei beni sequestrati e confiscati dal 1992 al 2010 è pari a poco meno di 12 miliardi di euro, con riferimento a quelli sequestrati, e a 1,8 miliardi per quelli confiscati, in termini assoluti i beni immobili sono circa 10mila e 500. Risorse che, secondo il ddl, devono essere reinvestite a favore dell’infanzia per sostenere la crescita sociale dei più giovani.

«Una delle strategie più efficaci nel contrasto alle mafie», sottolinea la senatrice Pd Silvana Amati, prima firmataria del disegno di legge –  si è rivelata la destinazione a fini sociali dei beni confiscati o sequestrati. Essa rappresenta, infatti, il dato più innovativo della legislazione antimafia, consentendo di restituire i proventi di reato o comunque i beni nella disponibilità dei sodalizi criminali, alla collettività, cui sono stati sottratti. Il valore simbolico del bene confiscato e restituito a quella collettività violata dalla mafia ha infatti un'importanza determinante nel costruire la coscienza sociale indispensabile per sconfiggere il crimine organizzato».

«Di contro», aggiunge la senatrice Manuela Granaiola, «la possibilità di disporre in alcuni casi la vendita dei beni confiscati rischia di pregiudicare tali finalità di contrasto alle mafie. È evidente come tale possibilità rappresenti il punto di rottura della strategia di contrasto alle mafie che, proprio sulla privazione dei beni, ha costruito la propria forza».

Al fine di eliminare tale possibilità, che rischierebbe di compromettere del tutto l'azione di contrasto alle mafie, il disegno di legge abroga le norme che consentono la vendita, specifica ulteriormente i limiti patrimoniali e gli interessi adeguati a rendere tali beni disponibili, a condizioni economicamente sostenibili per lo Stato, superando quindi le diverse criticità che il sistema attuale presenta.
«Per tali ragioni», spiega la senatrice Danila Valentini, «il nostro disegno di legge propone delle modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. Inoltre, al fine di estendere lo spettro delle finalità sociali cui sono devoluti i beni soggetti a misure ablative, si propone di comprendervi anche le finalità di tutela dell'infanzia e dell'adolescenza che, proprio dalla presenza delle mafie sul territorio, subiscono i maggiori danni, vedendo pregiudicato il proprio futuro, la propria formazione, la propria libertà. Le modifiche proposte sono dunque volte a sancire espressamente la finalità di tutela dell'infanzia e dell'adolescenza tra quelle cui sono preordinate le misure ablative del beni delle organizzazioni criminali».
 


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