Famiglia

Caro Letta, non è che la delega non la vuoi dare?

Oltre due mesi dopo la nascita del Governo, il premier non ha ancora dato la delega per la famiglia. Mario Sberna, dopo due lettere senza risposta, ha fatto un'interrogazione: inizia a temere che questo non sia un ritardo, ma una scelta. Per non affrontare la questione famiglia/famiglie

di Sara De Carli

Dopo due lettere senza risposta, di cui una consegnata di persona nelle mani del premier Enrico Letta, l’onorevole Mario Sberna – già presidente dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose, eletto con Scelta civica, già celebrato dalla cronaca perchè del suo stipendio di parlamentare trattiene solo 2.500 euro, devolvendo il resto in beneficenza – è passato alle vie ufficiali e ha presentato una interrogazione al Governo per sapere perché non abbia ancora nominato tra i suoi ministri chi si occupi della famiglia.
Quando avrete una risposta?
Non so ancora, però in questo modo sono certo che una risposta arriverà. La deve non tanto a me, Mario Sberna, ma ai milioni di famiglie di questo Paese.
Il premier Letta, a più di due mesi dal suo insediamento, non ha ancora dato la delega alla famiglia: non si era mai visto… È deluso?
Io posso capire che il premier abbia tante urgenze in testa, ma questo ritardo mi fa pensare che non abbia  capito che la famiglia è la prima urgenza del Paese. Anche perché la famiglia è uno dei tasselli della soluzione dei problemi attuali, è l’unico soggetto in gradi di riscattare il Paese dalla crisi. Non si tratta di una delega minore, irrilevante, ma riguarda il cuore plusante della società: non dare la delega invece ci dice che la famiglia per il Governo non solo non è una priorità, ma forse a questo punto non è nemmeno un tema di attenzione. Il ritardo è davvero preoccupante, toglie speranza.
Concretamente il fatto di non avere questo riferimento cosa implica?
Partiamo dal fatto che l’Italia in Europa sta in coda quanto alle politiche familiari: non dare la delega significa dire che ci sta bene così e che vogliamo restare in coda. In questo contesto, qualcosa tuttavia si può fare: abbiamo un dipartimento per la famiglia, un osservatorio per la famiglia, un piano nazionale per la famiglia, ma tutto questo è fermo da mesi, non possono operare, perché manca il riferimento istituzionale. E poi ci sono milioni di famiglie riunite nell’associazionismo familiare che non sanno con chi dialogare.
Chi ha firmato l’interrogazione?
Siamo una dozzina di parlamentari appartenenti ai partiti che sostengono la maggioranza. Avrei certamente potuto raccogliere più adesioni, ma a me interessava far sapere al premier che all’interno della maggioranza che lo sostiene ci sono persone che chiedono con forza questa delega.
Quando dice che il ritardo è preoccupante, cosa intende? Che timore ha?
Il fatto che sia passato così tanto tempo mi fa anche pensare che forse non si tratta di un ritardo ma che c’è la volontà di non dare questa delega.  
Perché?
Ho sentito dei colleghi dire che se ci fosse dovrebbe essere una delega “per le famiglie”, non per la famiglia. E allora, per evitare di aprire questi discorsi, forse si preferisce glissare.  


 


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