Formazione

Afghanistan: per l’Onu gli aiuti dal cielo non bastano

Secondo l'Acnur, il lancio di aiuti umanitari dal cielo non basta a fermare l'emergenza

di Carlotta Jesi

Il lancio di aiuti umanitari dal cielo non è sufficiente a nutrire i 7 milioni di afghani che rischiano di morire di fame. A denunciarlo è Peter Kessler, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur), convinto che, senza operatori umanitari sul territorio, nessuno può essere sicuro che gli aiuti finiscano in mano di chi ne ha bisogno e non dei talebani. Kessler ha ricordato che, già prima degli attentati dell’11 settembre, oltre 5 milioni di afghani dipendevano dagli aiuti umanitari del Programma alimentare mondiale. Da quella data, il Pam è riuscito a portare nel Paese dei talebani solo 500 tonnellate di cibo al giorno, sufficienti per sfamare appena 1 milione di persone. Domenica sette ottobre, tuttavia, quando sono cominciati i raid aerei sull’Afghanistan, il Pam ha dovuto interrompere i rifornimenti. Per sostenere i civili sono allora intervenuti gli Americani che, negli ultimi due giorni, hanno lanciato sul Paese 75 mila sacchi di aiuti alimentari. Ma senza il supporto di volontari e operatori delle organizzazioni non governative, avverte l’Acnur, nessuno sa dove vanno a finire questi aiuti.


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